Alle già annunciate retrospettive dedicate a due autori – il premio Oscar Roman Polanski e Jean-Pierre Melville, “il più americano dei registi francesi” – TORINO FILM FESTIVAL, diretto per il secondo anno da Nanni Moretti, (21-29 novembre, 26^ edizione) ne affianca una terza dedicata al movimento cinematografico inglese degli anni 1980-1990, che va sotto il nome di “British Renaissance”.
Nella Gran Bretagna dei primi anni ’80, tra milioni di disoccupati, scontri razziali e scioperi contro il neoeletto governo Thatcher, le quotazioni del cinema, da tempo ormai a rotoli, si risollevano.
Momenti di gloria, prodotto da David Puttnam e diretto da Hugh Hudson, vince 4 Oscar, riportando Oltremanica l’attenzione e gli investimenti americani. E’ un processo radicale, cui contribuisce la nascita della quarta rete televisiva nazionale, Channel 4 che – con una politica innovativa – decide di investire la maggior parte del budget per la fiction nella produzione di film destinati anche alle sale.
Il successo dell’esperimento dà avvio alla cosiddetta “British Renaissance”: sono gli anni – il decennio 1980/1990 – in cui esordiscono Neil Jordan, Peter Greenaway, Michael Radford, Richard Eyre, Terence Davies, Sally Potter, Marek Kaniewska e molti altri, o in cui tornano al cinema autori da tempo confinati nella produzione TV (Stephen Frears e Mike Leigh).
E’ un momento cinematografico vitale, caratterizzato da un anti-thatcherismo feroce e spesso ironico. I film raccontano una Gran Bretagna contraddittoria, multietnica e sempre “arrabbiata”. Parlano di Scozia, di Irlanda, di aree industriali del nord, di sobborghi londinesi, di perbenismo o di ribellione, rifacendosi agli stili e ai generi tipici del cinema britannico (documentarismo e gotico, commedia e melodramma, free cinema e poliziesco). Contribuiscono alla “Renaissance” scrittori come Ian McEwan e Hanif Kureishi, commediografi come David Hare e talenti televisivi come Alan Bennett e Dennis Potter.
La retrospettiva di TORINO FILM FESTIVAL 2008 si propone come excursus attraverso la “Renaissance”: 25/30 film che comprendono gli esordi e i titoli più significativi del periodo (tra questi: The Terence Davies Trilogy di Terence Davies, Angel di Neil Jordan, The Great Rock ‘n’ Roll Swindle di Julien Temple, My Beautiful Laundrette di Stephen Frears, Local Hero di Bill Forsyth, The Ploughman’s Lunch di Richard Eyre), senza tralasciare il cinema di genere.
A margine, uno squarcio sulla televisione britannica dell’epoca, con la presentazione di uno dei lavori per la TV di Ken Loach e un omaggio a Dennis Potter, uno dei talenti televisivi europei più innovativi, ancora insuperato, con le sue due serie Pennies from Heaven e The Singing Detective.
Fonte: Torino Film Fest