Premio all’Opera d’Autore per Giuliano Montaldo alla 27esima edizione del Premio Sergio Amidei. “Oggi si investe poco nella sceneggiatura e fare cinema è diventata un’impresa. Ma per fortuna c’è ancora chi come Paolo Sorrentino e Matteo Garrone che, con Il divo e Gomorra danno ottimismo al cinema d’autore italiano”. Sono queste le parole di ringraziamento del Maestro Giuliano Montaldo, ospite martedì 22 Luglio di Gorizia per ritirare il Premio all’Opera d’Autore” della XXVII edizione del Premio Internazionale alla Migliore Sceneggiatura “Sergio Amidei”.
Incontrando i giornalisti, Montaldo ha raccontato la sua lunga esperienza come regista affermando di aver sempre voluto rappresentare “la mia sofferenza per l’intolleranza” a partire da Tiro al Piccione fino a Sacco e Vanzetti. Nel ripercorrere le tappe della sua carriera autoriale, si è soffermato in particolare proprio sull’esito della vicenda giudiziaria si è chiusa a Boston con la riabilitazione di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti.
Al fianco della moglie Vera, compagna di vita e di lavoro, l’autore è stato accolto, nel Palazzo del Cinema di Gorizia, dall’assessore comunale alla Cultura, Antonio Devetag, e dall’ avv. sen. Nereo Battello, presidente dell’associazione di cultura cinematografica “Sergio Amidei”, che ha organizzato il Premio in collaborazione con il Dams cinema Goriza dell’Università di Udine.
“Quando collaboravo con il gruppo dei grandi sceneggiatori del cinema italiano – ha affermato Montaldo- , era Sergio Amidei a fare da arbitro nelle accese discussioni che si tenevano a casa di Age durante la stesura dei copioni: la sua autorità era tale che riusciva a tenere tutti a bada, tanto che io avevo paura che mi mordesse da un momento all’altro. Ecco, quello che manca adesso è proprio il confronto che sta alla base dell’elaborazione di una sceneggiatura”.
Dopo l’incontro con il pubblico, nel Palazzo del Cinema, l’autore ha partecipato alla cerimonia di consegna del Premio all’Opera d’Autore che la giuria ha deciso di assegnargli “per aver raccontato, in oltre quarant’anni di carriera, i mutamenti sociali, le speranze civili e le ingiustizie affrontate dagli uomini nel lungo cammino verso la libertà e la pace”. La giuria ha inoltre riconosciuto a Montaldo il merito di “aver saputo condannare con forza sopraffazioni ed eccessi, senza dimenticare il ruolo primario dell’intelletto nelle decisioni dei singoli; per aver rappresentato, in virtù di uno stile e di un metodo che incarnano essi stessi la trasparenza morale dell’artista, ogni stadio della psicologia umana, con coraggio e autenticità”.
Il Premio gli è stato consegnato alle 21 al Palazzo del Cinema (e non al Parco Coronini, come da programma, a causa del maltempo) prima della proiezione del suo ultimo film “I demoni di San Pietroburgo” con il quale Montaldo è tornato alla regia dopo dodici anni di assenza dal grande schermo.
Fonte: www.amidei.com