Milano 10 settembre 2008 ore 12.00, saletta stampa del teatro Strehler. Questa la location per la conferenza stampa che apre ufficialmente la tredicesima edizione del Milano Film Festival 2008 che si terrà nella città meneghina dal 12 al 21 settembre. E già si parla di novità, di voglia di fare e di crescere.
Sotto la luce, è il caso di dirlo, della sponsorizzazione della A2A , Ente per l’Energia Elettrica di Milano, che quest’anno è anche presente come sponsor della rassegna MI.TO.
10 giorni di programmazione, 10 lungometraggi, primissime e prime visioni (per Milano).
8 location, rispetto alla scorsa edizione si aggiunge il Teatro Dal Verme che ha dato la possibilità all’organizzazione di aumentare il numero dei posti disponibili fino ai 3500, 2 concorsi internazionali, 14 rassegne parallele. Numeri di un Festival di tutto rispetto, almeno sulla carta. Così come di tutto rispetto è l’ospite a cui è dedicata la retrospettiva: Terry Gilliam, l’unico membro americano dei Monty Python, che per tutti gli anni settanta ha schiaffeggiato con un cocktail di ironia e surrealismo l’intera classe politica inglese. Regista di film memorabili come Monty Python e il senso della vita, Paura e delirio a Las Vegas, ma anche uno scarsamente quotato Le avventure del Barone di Munchausen e I fratelli Grimm e l’incantevole strega che di surreale aveva solo la presenza di Monica Bellucci.
La promessa più attesa è quella di un rinnovato impegno da parte dell’organizzazione a dare più spazio ai giovani. Si inizia con un servizio tutto nuovo, il bad sharing. In sostanza amici e sostenitori del Festival, ma anche semplici appassionati di cinema, possono offrire ospitalità per la durata della manifestazione a registi, attori o agli addetti ai lavori, semplicemente compilando il form su http://bedsharing.org.
L’immancabile InfoPoint sul sagrato del teatro Strehler e il servizio “Acqua potabile per tutti”, che distribuisce acqua potabile gratis nei bar del MFF, danno un chiaro segnale della strada che si è intrapresa.
Ci si augura che non si riduca tutto a qualche bicchiere di acqua e ad un letto caldo, ma che il cinema giovane, vigoroso, e loquace sia premiato anche con qualche riconoscimento.
Ma la domanda legittima è… i film italiani?
Promises, promises cantava Bacharach e chissà che il Milano Film Festival non ci sorprenda.