Riprende il Festival dei Diritti organizzato dal Centro Servizi di Volontariato di Pavia e provincia in occasione del proprio decennale.
Il Festival, iniziato a Febbraio 2008 (terminerà a Novembre 2008) tratta di tematiche importanti e complesse che vengono trattate dal CSV in collaborazioni con le più di 30 associazioni del territorio che hanno fino ad ora aderito con le loro proposte, utilizzando diverse forme d’arte: la fotografia, la parola, il cinema, il teatro, la musica, ecc.
A Settembre si parla di “Il Diritto di Integrarsi” e il giorno 17 alle ore 21.00 verrà proiettato il film: “Il vento fa il suo giro” (E l’aura fai son vir) di Giorgio Diritti, origine Italia 2005, durata 110’. presso il Cinema “Corallo-Ritz” a Pavia – Ingresso Gratuito
Lo sguardo dell’altro, lo sguardo sull’altro. Ecco, detto in altre parole, il tema di questo mese. È un gioco di sguardi, di occhiate, di domande fatte con gli occhi. Chi è l’altro? Che cosa cerca in me? E ora che l’ho conosciuto come cambierà la mia vita? Ecco le questioni fondamentali dell’incontro/scontro tra singoli come tra culture. E sono anche le basi del primo film di finzione di Giorgio Diritti, Il vento fa il suo giro, un lungometraggio di finzione che viene dopo una carriera fatta di tv e documentario.
Nella comunità montana degli occitani, sulle alpi piemontesi, il paese di Chersogno sta morendo. Una decina gli abitanti rimasti con un’età media intorno ai settant’anni. Ma l’arrivo del pastore di capre Philippe con la moglie e i tre bambini, un ex professore stanco di burocrazia, potrebbe sconvolgere, in positivo naturalmente, tutto quanto.
La comunità, che parla la lingua d’oc, all’inizio è molto diffidente nei confronti del nuovo arrivato, poi, sotto l’influsso del sindaco proiettato verso il futuro, sceglie di accettare l’azzardo e accogliere “lo straniero”, sperando che questa ventata di nuovo riporti un po’ di successo economico anche a Chersogno, comunità che i più giovani, hanno disertato da tanto. La libertà però dell’uomo, interpretato da Thierry Toscan, e della sua donna, Alessandra Agosti, sconvolgono i ritmi di una comunità già di per sé disgregata.
La diversità diventa distanza insanabile, l’accettazione sotto condizione si fa rifiuto assoluto.
Le riprese del film, da “documentario creativo”, fanno pensare ad Ermanno Olmi, e l’occhio dello spettatore finalmente sa dove riposare: il regista Giorgio Diritti guida con perizia la nostra eterna fame di immagini. Sa che cosa guardare e per quanto tempo. Sa cosa e come raccontare.
Bando alle chiacchiere questo cinema ci parla di storie piccole ma vere: rabbie, gelosie, sospetti e soprattutto repressione sessuale, come sostiene ad un certo punto lo stesso protagonista, Philippe: «la violenza è figlia della repressione sessuale e della frustrazione che da questa deriva. E un uomo represso prima o poi vorrà vendicarsi». E di sguardi così limpidi, così cristallini, in Italia, non se ne vedono da un po’. E non si sarebbe visto neanche questo se Il vento fa il suo giro non avesse trovato un gruppo di persone di buona volontà decise ad appoggiare il film ad ogni costo. Pronto già a metà 2005, scartato alle selezioni di molti festival nazionali, Il vento fa il suo giro è accettato in concorso a Londra e lì vince il secondo premio, poi passa al Bergamo Film Meeting e la giuria popolare lo premia col riconoscimento più ambito: la Rosa Camuna d’Oro. Da qui le teniture si fanno record: più di cento giorni a Milano, altrettanto o quasi a Bologna, a Torino, a Roma. Persino a Pavia, nel suo piccolo, “Il vento” ritorna, sempre in rassegna naturalmente, già per la seconda volta. E la sua storia, attraverso un lodevole passaparola, continua a “fare il suo giro”.
Fonte: www.comune.pavia.it