Edifici pubblici, immobili sotto tutela delle soprintendenze, siti militari, luoghi di proprietà delle istituzioni religiosi: un vasto patrimonio storico e artistico di cui l’Italia è ricca, ma di cui il cinema può usufruire con difficoltà. Infatti, spesso il sito è destinato ad altri usi (un ospedale, una caserma, una chiesa), oppure (e questa sembra essere la causa più frequente) permane ancora una certa diffidenza da parte delle istituzioni di riferimento a farci entrare un set. Non trascurabile, poi, il peso delle numerose autorizzazioni e delle relative pratiche burocratiche. Per trovare spunti e soluzioni alla questione, Roma & Lazio Film Commission, con l’Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Sport della Regione Lazio in collaborazione con la rivista di settore Cinema & Video International ha organizzato al Vittoriano a Roma un momento di confronto proprio sulle ‘location off-limits’. Il Lazio, tra l’altro, detiene il primato delle produzioni audiovisive: vi si realizza il 40% dell’intera produzione nazionale.
“Il Lazio – ha spiegato l’assessore alla Cultura, Spettacolo e Sport della Regione Lazio, Giulia Rodano – è ‘terra di cinema’ e può dare molto alla produzione audiovisiva, con luoghi che non sono solo location, ma veri protagonisti dell’opera. Siamo convinti che il cinema sia elemento cruciale non solo della valorizzazione, ma anche della conservazione dei beni culturali. Inoltre, nell’ottica di una crescita di un ‘cinema europeo’, un elemento fondamentale è proprio lo scambio delle location”. E a proposito dei siti ‘difficili’ da ottenere, Rodano ha sottolineato che “con lo scambio di esperienze, anche di altri Paesi, possiamo superare diffidenze e problemi”.
All’iniziativa, che fa parte della terza edizione di ‘Terre di Cinema’, hanno dato, infatti, un prezioso apporto Denis Barthomier, direttore del Castello di Versailles (Parigi), dove sono stati girati molti film tra cui ‘Maria Antonietta’ di Sofia Coppola, e Olivier Veillon, dell’ufficio location delle Forze Armate francesi, che ha messo a disposizione del cinema 3.500 proprietà. Al contrario di quello che spesso accade in Italia, Barthomier ha ricordato che “Versailles ha una lunga tradizione di film: dal 1904 ad oggi ve ne sono stati girati circa 170, tra il parco e il castello”.”Questo – ha aggiunto – ha dato una migliore conoscenza del sito e il pubblico è andato aumentando: da un recente sondaggio siamo venuti a sapere che 6 turisti su 10 dicono di avere scelto come meta Versailles proprio perchè l’hanno vista in un film”. Girare un film nel palazzo reale di Francia non è difficile. Esiste un tariffario chiaro e trasparente, le prescrizioni tecniche per gli operatori sono semplici e i curatori del museo sono a disposizione per il supporto scientifico e storico.
Diversa, invece, la situazione in Italia. “Lavoriamo molto sulle location italiane anche per conto di produttori stranieri – ha detto Marco Valerio Pugini, presidente dell’Associazione Produttori Esecutivi – ma, per quelle pubbliche, vi sono molti limiti, fra cui la frammentazione degli uffici per le concessioni dei permessi, la mancanza di tariffari, l’assenza di tempi certi e, soprattutto, non si capisce che entrambe le parti possono trarre dall’esperienza di un set, reciproci vantaggi”.
Per questo Roma & Lazio Film Commission è già al lavoro per una proposta concreta che aiuti tutti gli addetti ai lavori. “Ci siamo assunti il ruolo di ‘facilitatori’ – ha dichiarato Luca Lo Bianco, presidente della Fondazione Roma & Lazio Film Commission – perché questo è il nostro compito. Sappiamo che da un lato ci sono gli imprenditori e dall’altro i soggetti che nascono per valorizzare e conservare i beni artistici e culturali. Bisogna dialogare e trovare procedure che garantiscano il bene e la certezza di tempi e di spesa”.