Dal 3 all’8 novembre torna Sulmonacinema Film Festival: giunto alla XXVI edizione, l’appuntamento diretto da Roberto Silvestri continua a dar voce ai nuovi talenti, con la consueta attenzione per tutte le tendenze del cinema contemporaneo, dalla fiction al documentario, con opere spesso invisibili, o che conquistano la propria visibilità soltanto nei circuiti alternativi, lontano da quelli commerciali. Continua anche la ricerca delle opere di cineasti italiani che fuggono all’estero per lavorare (gli “italieni”) o stranieri che «lavorano» in Italia.
Osservatorio privilegiato sul cinema di qualità, il Festival propone in concorso una decina di titoli, tutte opere prime o seconde che saranno valutati da una giuria guidata dall’attrice Sonia Bergamasco e composta da studenti di cinema provenienti dalle principali scuole e università italiane. Quest’anno tra i titoli in concorso l’opera seconda del pluripremiato Augusto Contento (sulmonacinema 2007, miglior regia e miglior film), con Tramas, un documentario girato a São Paulo del Brasile, una riproduzione dello spazio metropolitano in quanto trama indecifrabile, che modella e spesso piega i destini degli uomini. In anteprima assoluta Beket di Davide Manuli, commedia surreale girata in bianco e nero, usando i paesaggi naturali della Sardegna come assoluti protagonisti del film. E poi Cover Boy di Carmine Amoroso e Riprendimi, opera seconda di Anna Negri con Alba Rohrwacher.
Angeli Distratti di Gianluca Arcopinto, che dopo aver prodotto, organizzato e distribuito più di cento film , unico in Italia a distinguersi nella produzione di opere prime in maniera sistematica, ha realizzato il suo primo “lungo”. Un film su Falluja, nato dall’incontro con l’organizzazione “un ponte per” e con Simona Torretta. Ancora in concorso Giving Voice di Alessandro Fabrizi, girato nel giugno del 2005 sull’isola di Stromboli, dove un gruppo di 15 attori di diversa provenienza ed esperienza, tra cui Maya Sansa e il suo compagno Fabrice Scott, si sono riuniti per dare la “vera” voce alle Metamorfosi.
Accanto al concorso principale, quello dedicato ai cortissimi, a omaggi, eventi, concerti, la sezione principe di quest’edizione celebra i quarant’anni dell’evento che cambiò il mondo: Sexantotto è un viaggio nella rivoluzione sessuale del (e dal) ’68, condotto attraverso le opere di Franco Brocani, Dusan Makavejev, Helke Sander (tutti presenti al festival), e ancora i film di Vilgot Sjioman, i cortometraggi Yûkoku / Patriottismo di Yukio Mishima e Un chant d’amour di Jean Genet, il poco visto Psych-Out di Richard Rush (con un giovanissimo Jack Nicholson), Flaming Creatures di Jack Smith, e Jack Smith and the destruction of Atlantis di Mary Jordan.
Al centro dell’interesse del Festival anche il rapporto tra il Cinema e le altre Arti, mentre i film di Stuart Gordon e Don Siegel (oltre a una selezione di videogame) faranno da guida alla sezione “Scienza e Cinema”, curata da Federico Ercole e dedicata all’ Entaglement, l’intreccio di particelle che costituisce ancora oggi una sfida per fisici e filosofi.