Nel suo esordio alla regia del 2002 Spun, il regista Jonas Åkerlund ha fatto conoscere al pubblico il duro, grottesco, intossicante e, talvolta, incredibilmente assurdo sottobosco delle metanfetamine, mostrando i drogati, i cuochi, i loro spacciatori e l’Uomo e i suoi ragazzi che portano avanti questo ciclo.
Ora, in Horsemen, Åkerlund ci fa arrivare in un mondo decisamente diverso. In questa occasione l’apparente normalità si scontra con situazioni incredibili, quando un poliziotto dei giorni nostri si ritrova a indagare su una serie di assassini brutali e bizzarri legati nella profezia biblica dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse. La storia parte dalla casa del rancoroso detective della polizia Aidan Breslin (Dennis Quaid) che si estranea sempre di più dai suoi giovani figli, Alex (Lou Taylor Pucci) e Sean (Liam James) dopo la morte della moglie. Al lavoro, si trova coinvolto in un’indagine sui perversi omicidi seriali
legati alla profezia biblica dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse: il Cavaliere bianco, un maestro dell’inganno e il leader inatteso che è pronto a tutto per raggiungere i suoi scopi; il Cavaliere rosso, un guerriero acuto, che cerca di mettere gli uomini uno contro l’altro e dotato di un’innocenza che nasconde una profonda rabbia interiore; il Cavaliere nero, un tiranno manipolativo e oscuro, senza equilibrio ma sempre un passo avanti rispetto agli altri; e il Cavaliere pallido, un esecutore che ha una forza disarmante, determinato a provocare la morte con precisione chirurgica.
Mentre Breslin compie delle nuove scoperte sul caso, si accorge piano piano di un legame scioccante tra lui e i quattro sospettati. Quattro Cavalieri. Quattro vittime senza legami tra loro. Quattro segreti dolorosi.