Gli abbracci spezzati in prima visione e in versione originale spagnola con sottotitoli italiani al Cinema Lumière della cineteca di Bologna nei seguenti giorni:
venerdì 13: ore 17.30, 20 e 22.30;
sabato 14 novembre: ore 20 e 22.30;
domenica 15 novembre, ore 15, 17.30, 20 e 22.30;
lunedì 16, martedì 17 e mercoledì 18 novembre: ore 17.30, 20 e 22.30;
giovedì 19 novembre, ore 20 e 22.30.
Alcune recensioni sul film Gli abbracci spezzati:
Gli abbracci spezzati è un film romantico, con storie d’amore molto intense tra i quattro personaggi principali, che si intrecciano fra loro, e con una storia d’amore di fondo: la mia storia d’amore con il cinema. Cito anche film che non sono miei, come Viaggio in Italia di Rossellini. Questo film è la mia dichiarazione d’amore per il cinema. Non è strano quindi che ci siano tante citazioni.
(Pedro Almodovar)
E’ uno dei più grandi registi di melodramma. […] Messo a nudo parla sempre della stessa intensità lacerante , dellastessa ferita insanabile: l’amore che il mondo (la vita, la società, il destino) impedisce letteralmente. Di più: è forse l’unico, insieme a Wilder, che mostri il cinema come strumento di questo dolore. […] Se vi è piaciuta l’eco di quel dolore, il sapore di quella ferita, non perdete Gli abbracci spezzati. E’ lo stesso canto che Pedro Almodovar ha iniziato come un lamento misterioso e ipnotico anni fa, e che speriamo non finisca mai.
(Mario Sesti, FilmTV, n° 45, 15 novembre 2009)
Il film di Almodovar è una disperata riflessione sul cinema, sulle responsabilità di chi lo fa e, per estensione, su quello che l’ occhio umano può e vuole vedere […] Pedro Almodovar sembra aver messo da parte il piacere di raccontare storie immaginifiche e colorate per addentrarsi in una riflessione sul proprio mestiere (Il fior del mio segreto, La mala educacion) oppure sul materiale dei suoi sogni, a cominciare dal mel hollywoodiano (Tutto su mia madre, Volver) che con Los abrazos rotos tocca il suo culmine, per interrogarsi su cosa davvero possono dire le immagini.
(Paolo Mereghetti, Il Corriere della Sera, 20 maggio 2009)