Tempo di premiazioni al Giffoni Film Festival. I giurati delle varie sezioni hanno effettuato le votazioni per dichiarare i film vincitori. Nella categoria Elements +6 il premio è andato a Here comese Lola della regista Franziska Buch. Lo stesso film ha inoltre ricevuto il premio del pubblico. The crocodiles strike back si è aggiudicato il Gryphon Award nella sezione Elements +10.
Nella sezione Generator +13 i giurati hanno premiato la commovente storia di Oscar and the Lady of Pink del regista Eric-Emmanuel Schmitt che si è aggiudicato anche il premio speciale CGS (Cinecircoli Giovanili Socioculturali) – “Percorsi Creativi 2009”. Nella sezione Generator +16 il premio invece è andato all’australiano Blessed di Ana Kokkinos.
Assegnati anche i premi ai cortometraggi in concorso. Per Elements +3 è stato premiato Precise Peter di Martin Schmidt, per Elements +6 il finladese The Fantastic 3 di Esben Tönnesen mentre per Elements +10 il vincitore è stato My cardboard Dad di Siri Rutlin. Trionfo tutto italiano nelle sezioni Generator +13 e Generator +16 che hanno rispettivamente premiato The Game di Adriano Giannini e Habibi di Davide Del Degan.
Per la categoria Troubled Gaze/Sguardi Inquieti il premio è andato al britannico Transit di Chris Roche.
Il Gran Premio della Giuria è andato inoltre al film Cracks di Jordan Scott che si è aggiudicato anche il premio Arca Cinemagiovani Award che è andato anche al film The Story of me di Luis Villaça che ha vinto anche l’ Amnesty Internationa Award.
The Perfect Game, The Round Up e Udaan (che ha vinto anche il premio Miglior Colonna Sonora by Conservatorio di Salerno) hanno ricevuto il premio del pubblico. Premio speciale “Fila Super Be’- Be” al film Who’s bleeding di Jessica Lauren.
Premio Grifone di Alluminio CIAL al film Bo di Hans Herbots che ha inoltre ricevuto il Premio Grifone di Cristallo Banca della Campania per la capacità di mettere in scena una “gioventù bruciata” del Terzo Millennio tutta al femminile, in una storia che suona come un monito alle lusinghe e l’inganno del successo facile da conquistare, propri della società “globale”.