“Una sconfinata giovinezza”: Pupi Avati racconta una grande storia d’amore

Una sconfinata storia d’amore nella quale entra prepotente la malattia e il dolore. Questa è la trama del nuovo film di Pupi Avati Una sconfinata giovinezza” che da stasera potremo vedere nelle sale cinematografiche. Fabrizio Bentivoglio e Francesca Neri saranno i protagonisti di questa storia romantica e allo stesso tempo drammatica.

La trama del film “Una sconfinata giovinezza”
Lino (Fabrizio Bentivoglio) e sua moglie Chicca (Francesca Neri) sono sposati da tanti anni e conducono una vita serena e senza difficoltà, l’unico dispiacere in 25 anni di matrimonio è stato la mancanza di figli che però non ha compromesso il loro amore, anzi l’ha rafforzato.
I due coniugi d’improvviso si trovano di fronte ad una triste realtà: Lino accusa problemi di memoria che compromette le sue attività in ambito lavorativo e familiare. La sentenza del neurologo è tremenda, una malattia degenerativa delle cellule cerebrali. Chicca vedrà l’uomo che ama allontanarsi sempre di più dal presente, con la mente trascinata in infiniti altrovi e spinta dall’amore saldo che li lega rifiuta qualsiasi ipotesi di abbandono e ausilio che possa escluderla, decidendo di stare accanto a Lino assistendo al suo processo “regressivo”…

Uscita al Cinema: 08/10/2010
Regia: Pupi Avati
Attori: Fabrizio Bentivoglio, Francesca Neri, Serena Grandi, Gianni Cavina, Lino Capolicchio, Manuela Morabito, Erika Blanc, Vincenzo Crocitti, Osvaldo Ruggieri, Brian Fenzi, Marcello Caroli, Riccardo Lucchese, Lucia Gruppioni
Musiche: Riz Ortolani
Distribuzione: 01 Distribution
Genere: Drammatico
Durata: 98 Min
Sito Ufficiale: http://www.unasconfinatagiovinezza.it/

1 commento su ““Una sconfinata giovinezza”: Pupi Avati racconta una grande storia d’amore”

  1. Mi piacerebbe far sapere al maestro Pupi Avati le mie impressioni sul film…temo che sia difficile, ma tento lo stesso.
    Maestro, la volevo ringraziare per lo straordinario capolavoro che che ci ha regalato. Film come “Una sconfinata giovinezza” sono affreschi meravigliosi e rari, poesie che toccano i nostri sentimenti più profondi. Sono indignato (senz’altro non come Lei) per il vergognoso trattamento riservato alla Sua Opera al festival di Venezia, ma a volte artisti meritevoli come Lei non vengono considerati idonei per i “salotti buoni della kultura”. Non se ne faccia un cruccio! Lei arriva al cuore delle persone, che la apprezzano, la seguono e la ringraziano per quello che fa. AugurandoLe ogni bene mi scuso per il disturbo arrecato, assegnandole l’Oscar della gratitudine e della stima della gente.

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