“The Social Network”, il film di David Fincher che racconta la nascita di Facebook, ha vinto quattro statuette (miglior film drammatico, miglior regista, miglior sceneggiatore Aaron Sorkin e migliore colonna sonora) ai Golden Globe. Non ha ottenuto il premio il suo protagonista, Jesse Eisenberg, che è stato battuto da Colin Firth, migliore attore drammatico per Il discorso del Re, film britannico sulla figura di Re Giorgio VI che, forte di sette candidature, ha portato a casa un solo Globo. Non meglio è andata al film The Black Swan, il thriller psicologico di Darren Aronofsky con un’unica statuetta assegnata a Natalie Portman, migliore attrice drammatica.
I Golden Globe per i migliori attori drammatici non protagonisti sono andati a Christian Bale e Melissa Leo, entrambi per il dramma sul mondo della boxe, The Fighter. I giornalisti dell’Hollywood Foreign Press Association, che organizzano questo prestigioso premio considerato un’antipasto dell’Oscar, hanno premiato anche la commedia indipendente “I ragazzi stanno bene” di Lisa Cholodenko, che ha visto Annette Bening vincere come migliore attrice brillante, battendo anche sua “moglie” Julianne Moore.
Miglior attore brillante è invece Paul Giamatti per il film “La versione di Barney“. Sconfitta infine l’Italia, candidata fra i film stranieri con Io sono l’amore di Luca Guadagnino, che si è visto battuto dal danese “Un mondo migliore“. E a proposito di Italia, l’attrice italoamericana Melissa Leo, che sarà madrina del VI Los Angeles Italia Festival, è convinta che Paolo Virzì correrà per l’Oscar. “Tra i film in lingua straniera che ho visto, La prima cosa bella è decisamente il più emozionante, in quanto affronta con sincera sensibilità temi universali come la famiglia e la solidarietà per gli ammalati. Virzì è un grande talento e sarei lieta di conoscerlo e magari anche di lavorarci insieme”.
A margine della premiazione, fa discutere l’accusa rivolta alla Hollywood Foreign Press Association da un ex collaboratore, tal Michael Russell, che denuncia i membri dell’associazione perché colpevoli di accettare denaro e premi da produttori e studios in cambio di voti. La rivelazione è al vaglio della magistratura.
Fonte: Cinecittà News