Il primo film di Elio Petri, L’assassino (1961), restaurato dalla Cineteca di Bologna e dal Museo Nazionale del Cinema di Torino per gentile concessione della Titanus, è stato ufficialmente invitato al 64° Festival di Cannes.
Il film, restaurato in digitale presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna, è in programma oggi 20 maggio, alle ore 20, nella sezione Cannes Classics.
L’opera prima di Petri mette in luce alcuni dei tratti che saranno peculiari della multiforme e intensa opera di denuncia sociale del regista romano. Su tutti, l’analisi disincantata di personaggi calati all’interno del contesto alienante della modernità e il rapporto tra il singolo e le strutture del potere, in questo caso poliziesco.
La vicenda ruota attorno ad un giovane senza scrupoli che si trova coinvolto in un caso di omicidio, un uomo mediocre che si trova preso tra le maglie di un potere poliziesco e inquisitorio del quale non comprende i meccanismi, perché il potere – per sua natura – tende a dissimularli e a nasconderli, quando non addirittura a farli travisare. Per questa sua forte valenza di analisi politica e sociale, L’Assassino subì diverse traversie censorie, soprattutto per aver mostrato la polizia italiana operare utilizzando metodi non ortodossi.
Il restauro de L’assassino è parte integrante del progetto di valorizzazione del fondo Elio Petri, che Paola Pegoraro Petri ha donato al Museo Nazionale del Cinema di Torino nel 2007, comprendente l’intero archivio personale del regista costituito da documenti, sceneggiature, fotografie, appunti e corrispondenza.