Ci siamo: alla vigilia del Festival Internazionale del Film di Roma si parla già di un inizio con il botto. Si perché la prima dedica sul red carpet, di questa settima edizione, andrà agli scenografi che hanno fatto grande Cinecittà. Sul tappeto rosso dell’Auditorium Parco della Musica sarà quindi possibile notare cinque sculture di vetroresina e legno di oltre tre metri d’altezza. Si tratta, in particolare, di elementi scenografici dei film selezionati per meglio raccontare gli ultimi anni della cosiddetta “Hollywood sul Tevere” a oggi.
Una sequenza cronologica ben definita però che riguarda nell’ordine: la “Divinità Egiziana” dal film “Cleopatra” (1963) di Joseph L. Mankiewicz (scenografia di John F. De Cuir), il “Drago Cinese” che appare in “Delitto al ristorante cinese” (1981) di Bruno Corbucci (scenografia di Marco Dentici), la “Poltrona mano” di “Codice privato” (1988) di Francesco Maselli (scenografia di Marco Dentici), la “Statua di divinità greco-romana” de “Il Gladiatore” (1999) di Ridley Scott (scenografia di Arthur Max) e il “Buddha ridente” di “Gangs of New York” (2002) di Martin Scorsese (scenografia di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo).
Le opere in questione hanno tutti una peculiarità medesima: sono state realizzate dalla Cinears, la storica società che ha i suoi laboratori all’interno di Cinecittà Studios. Uno speciale allestimento che non fa altro che dare lustro al cinema nostrano e per l’esposizione sul red carpet, la collaborazione è stata tra gli Studios e Adriano De Angelis che per l’occasione ha restaurato e prestato le opere. C’è grande attesa intorno a questa kermesse, che già da settimane fa parlare di sé e che da domani, allieterà la Città Eterna fino al prossimo 17 novembre. Sarà una dura battaglia tra film, tra capolavori e pellicole che fanno pensare, che raccontano del presente e del passato, ma comunque indagano nell’animo umano. Come ogni volta, si tratta di una kermesse che incuriosisce e attira non solo amanti del genere.