Ang Lee non ha dubbi: per lui è proprio sul 3D che bisogna puntare e per il futuro tale tecnica si dovrà sempre più perfezionare. Per questo ha confessato al settimanale Max che lo ha intervistato. “Quando mi hanno proposto di dirigere il film ho pensato che un regista sano di mente non avrebbe mai potuto accettare un progetto ambizioso come questo. E ho detto sì”. Il regista ha parlato del suo ultimo lavoro, delle fatiche e dei piaceri che gli ha riservato ed, infatti, il pubblica sembra averlo gradito moltissimo. Parliamo di “Vita di Pi“, la pellicola che trae spunto dall’omonimo bestseller di Yann Martel.
Taiwanese di origine, il regista non era certo sicuro del risultato, ma conosceva le potenzialità del progetto ed è andato avanti senza esitazione. Si chiedeva se sarebbe riuscito davvero a dirigere un film filosofico in 3D. Ecco, infatti, che ha ribadito: “Pensavo che il lato economico e quello artistico non avrebbero potuto convivere, che avrei dovuto compromettere il lato creativo della storia”.
Non si è arreso però, non ha lasciato che i timori e lo sconforto prendessero il sopravvento ed ha detto: “Mi sono appassionato al lato umano del racconto, a come descrivere il fenomeno della fede. Il film è un viaggio epico, spirituale alla scoperta del senso della vita“. Ora è sempre più convinto di quanto posa funzionare il 3D
Tuttavia non si è dato per vinto, portando a termine il progetto: E sulla modalità del 3D: “È la sfida tecnologica del prossimo futuro. Se mai avrò ancora un budget del genere girerò un altro film 3D, ne sono certo”. Il film non è sicuramente leggero ed infatti ha incontrato il favore di quella fetta di pubblico che al cinema vuole anche pensare e non solo godere di uno spettacolo passivo. Vita di Pi è comunque un successo mondiale, tutti ne parlano e commentano il lungometraggio e questo è certamente un risultato incredibile.