Il regista Damiano Damiani si è spento a Roma nelle scorse ore, a causa di una grave per insufficienza respiratoria. La sua lunga carriera è stata costellata da tanti successi e lo ricordiamo, soprattutto, per il suo lavoro al cinema del Giorno della civetta. In tv, invece, era conosciutissimo per aver diretto La Piovra.
Era nato a Pasiano di Pordenone il 23 luglio 1922, ma da tempo si era ritirato e non lavorava più nel settore. Il suo cinema era legato fondamentalmente al Neorealismo o comunque sia al tema popolare che di denuncia. Erano gli anni Settanta quando iniziò a fare informazione di questo tipo per immagini ed era il tempo dei sistemi corrotti e del potere senza controllo. Fu quello il periodo, ad esempio, de “Il giorno della civetta”, dal romanzo di Leonardo Sciascia, con Claudia Cardinale e Franco Nero e “Confessione di un commissario di polizia”. Nel 1984, poi, trasferì tale tendenza alla tv.
Damiano Damiani ha iniziato la sua carriera lavorando per Comencini, Lattuada e Olmi. Nel 1960 firma il primo film, “Il rossetto” e poi, via via, la passione dei critici per il suo lavoro. Fu poi affiancato da Cesare Zavattini ne “L’Isola di Arturo” di Elsa Morante (1962) mentre è dell’anno successivo l’adattamento con Tonino Guerra de “La Noia” di Alberto Moravia. Allo stesso periodo risale la Rimpatriata con Valter Chiari e iniziò poi a provare con gli Spaghetti Western. Altri successi come regista con “Girolimoni, il mostro di Roma” con Nino Manfredi, “La moglie più bella”, il film d’esordio al cinema di Ornella Muti, “La piovra”, di cui firmò solo la prima serie ma che resta l’apripista di un genere tv che racconta la storia del Paese. Ancora, “L’inchiesta”, che indaga sulla morte di Gesù, il “Treno di Lenin”, “L’uomo di rispetto”, “Una bambina di troppo” e “Ama il tuo nemico”.