Vogliamo rendere omaggio ad uno dei registi più interessanti ed emozionanti del cinema americano mostrandovi ricordando alcune delle sue opere più belle. Stiamo parlando di Mike Nichols, morto all’eta di 83 anni.
Ricordo che Nichols era un un membro del selezionatissimo gruppo dei cosiddetti “EGOT winners”, ovvero cloro che hanno vinto almeno un Emmy, un Grammy, un Oscar e un Tony Awards.
Il Laureato, 1967
Non servono molte parole per questo film che è ormai un cult degli anni ’60. Il film ha riassunto la paura delle giovani generazioni nei confronti del conformismo degli adulti, ha ridefinito la parola “protagonista” con la performance di Dustin Hoffman, ha proposto una colonna sonora ricca di successi pop e ha introdotto una figura a dir poco controversa come quella di Mrs. Robinson.
Una donna in carriera, 1988
Altro grande successo di Nichols, una parabola sul femminismo contemporaneo nel mondo del lavoro. Nel film grandi star degli anni ’80 due splendide interpretazioni di due donne impegnate a sopravvivere nella giungla degli affari, Melanie Griffith e Sigourney Weaver.
Piume di struzzo, 1996
Nato come un successo del cinema francese, “Piume di struzzo” è divenuta una commedia musicale popolarissima e un musical a Broadway. Nichols disse che questa storia di uomini gay, di boa di struzzo, di paternità e di molto altro era una farsa perfettamente costruita, che qui è eseguita sotto una luce e un tocco sicuro che fa sparire tutti i meccanismi di scena grazie alle credibili e spettacolari performance di un ensemble perfetto.
Chi ha paura di Virginia Woolf?, 1966
Trasposizione cinematografica dell’omonima opera teatrale, questo film non è un semplice adattamento, è una storia vibrante di rabbia, risentimento, e ubriaca follia isterica. Il perfetto debutto alla regia.
La forza della mente, 2001
Si tratta dell’adattamento cinematografico dell’opera premio Pulitzer sull’intimo e straziante viaggio di una donna verso la morte. Emma Thompson interpreta il ruolo della sua vita, nei panni di una donna malata di cancro allo stadio terminale.
Closer, 2004
In questo film gli attori protagonisti diventano per poco più di un’ora i migliori del mondo. Diretti alla perfezione dal regista, riescono a mostrare tutte le fragilità e le debolezze degli esseri umani, come pure dei rapporti che li legano. Qualcuno è un po’ più forte o forse cinico, qualcuno meno, tutti inseguono l’amore, anche se forse non esiste o dura solo un attimo.