Uscirà il 20 agosto al cinema, “Corn Island”, il film di Giorgi Ovashvili selezionato nella short list dei dieci migliori film stranieri per gli Oscar 2014.
Trailer di Corn Island
Sul fiume che segna il confine naturale e contrastato tra l’Abkhazia e la Georgia, isole itineranti si formano e si disfano a seconda delle stagioni e dei capricci degli elementi. Avventurosamente, un vecchio contadino e sua nipote si installano su questa terra di nessuno, per coltivarvi il necessario per sopravvivere all’inverno, ma i pericoli sono molteplici. Quando non sono i conflitti armati, è la natura che minaccia di riacquistare i propri diritti scatenando il fiume, e l’arrivo di un militare ferito e ricercato turba il delicato equilibrio della coppia.
Silenzi carichi di tensione, suoni ovattati, dialoghi scarni, spari nella notte. Corn Island è tutto questo ed altro. É un’opera cinematografica di struggente bellezza in cui si mescolano e si uniscono temi e problematiche differenti tra loro: il costante ed infinito rapporto conflittuale tra uomo e Natura, le rivalità etniche e geopolitiche e il tumultuoso sviluppo dell’adolescenza.
La narrazione è affascinante e particolarmente visiva, i dialoghi sono minimalisti. L’interazione tra i personaggi viene narrata principalmente dagli sguardi, dalle espressioni dei volti e dal linguaggio del corpo. Ci sono pochissime estreme emozioni visibili e conflitti interiori. Dall’esterno gli sguardi dell’uomo anziano e di sua nipote appaiono sempre equilibrati e calmi finché, verso la fine della storia, la morte è imminente e, quindi, notiamo un passaggio delle emozioni e dei conflitti che sono venuti a crearvisi.