Un maestro d’arte come pochi, Marco Bellocchio, ha deciso di trasformare un best seller di successo “Fai bei sogni” di Massimo Gramellini, nell’omonimo film che presentato a Cannes ha ottenuto 10 minuti di applausi.
Una storia semplice ed intima quella del giornalista che con piglio autobiografico racconta della perdita della madre e di come suo padre e la famiglia abbiano provato a non fargli capire il modo in cui la donna ha perso la vita. Una storia che a leggerla è struggente e che probabilmente a vederla fa lo stesso effetto. Per questo La Stampa che ospita la penna di Gramellini ha spiegato che ci sono stati 10 minuti d’applausi per il film di Bellocchio Fai bei sogni, presentato a Cannes. In fondo lo scrittore e il regista sono accomunati dalla sapienza della narrazione dell piccole grandi tragedie quotidiane. Scrive La stampa raccogliendo le impressioni dei protagonisti:
«Quarant’anni prima – scrive Massimo Gramellini in Fai bei sogni -, l’ultimo dell’anno mi ero svegliato così presto che credevo di sognare ancora. Ricordo l’odore della mamma nella mia stanza, la sua vestaglia ai piedi del letto. Che ci faceva lì? E poi: la neve sul davanzale, le luci accese in tutta casa, un rumore di passi strascicati, e quel guaito di creatura ferita».
Ieri al Festival, nella vetrina ricercata della Quinzaine des realisateurs, Marco Bellocchio ha presentato il suo nuovo film, tratto dal best-seller di Gramellini: «Nel libro ho trovato una tragedia umana che mi ha molto coinvolto, il dolore di Massimo che perde la mamma adorata a nove anni, la sua ribellione a questo dramma ingiusto; poi, col passar del tempo, l’adattamento per sopravvivere a una perdita incomprensibile».