Il Fatto Quotidiano, nel fare le sue “proposte cinematografiche” legate alle nuove uscite del fine settimana, ha indicato film che vale la pena vedere e quelli che si possono “evitare. Ecco le proposte del quotidiano citato.
Da vedere TANGERINES – MANDARINI
Un film di di Zaza Urushadze, (Estonia-Georgia 2013) Con Lembit Ulfsak, Elmo Nüganen, Giorgi Nakashidze. Durata: 87’ Voto 3/5
Un voto medio ma comunque buono. La storia è tutta nel tentativo di salvare un raccolto di mandarini nel cuore di una guerra locale quanto efferata.
Siamo nel 1992 e il conflitto tra Georgia e la Repubblica separatista di Abcasia ha raggiunto il suo culmine. Due estoni, abitanti in un’ignorata enclave al confine dei due territori nemici e ormai abbandonata da tutti, hanno deciso di restare finché sarà loro possibile. Un giorno una sparatoria tra militanti opposti causa morti e due feriti, che il vecchio Ivo decide di ospitare nella propria casa sperando di dar loro conforto e guarigione.
Non è facile immaginare che quella casa diventi emblematica di una riconciliazione pacifica. Il film è importante ma anomalo nel panorama dei film che sono proposti nelle sale italiane. Candidato come miglior film straniero sia ai Golden Globes che agli Oscar 2015 è tra quelli “da non perdere”.
Sonora bocciatura, invece per questa produzione italiana. FRAULEIN – UNA FIABA D’INVERNO di Caterina Carone (Italia, 2016) Con Christian De Sica, Lucia Mascino, Max Mazzotta Voto 2/5
Una tempesta solare eccezionale si sta per abbattere sulla Terra. La corrente va e viene, soprattutto attorno al lago gelato di fronte alla finestra dell’albergo (chiuso) condotto dalla zitellona, “Fraulein”, Regina. Tra fiumi, boschi, crinali e cime innevate dell’Alto Adige, la solitarie e burbera donna accetterà a malincuore l’arrivo di un petulante turista (per caso) che ha le sembianze di Christian De Sica. Metafora del cambiamento, impostata come una favola (c’era un volta e voce fuori campo alla Amelie Poulain), Fraulein è un film dai contorni buffi, ma mai effettivamente sviluppato nella scrittura e nella regia. Un’opera che non sembra decollare mai, nonostante l’ipotesi di fiaba dondoli dall’inizio alla fine come significato ultimo dell’intera operazione. Personaggi di contorno tratteggiati malino (ad eccezione di Max Mazzotta a cui bastano tre pose per mostrare la sua regalità); De Sica jr. che sembra rifare per un po’ il guascone papà Vittorio ma che poi sbraca nella sua solita performance da crooner (fermarlo no?); bravina invece la Mascino tutta musoneria e rozzezza da single di mezza età. Film irrisolto. Ripassare dal via senza ritirare le 10mila lire.
Insomma, avete le idee più chiare.