Aureliano Amadei, l’autore del film “20 sigarette”, interviene sulle minacce di chiusura di Cinecittà Luce.
“In questi mesi si è parlato molto dei tagli alla cultura. Abbiamo manifestato, a volte in maniera eclatante, per salvaguardare il FUS, per rinnovare le esperienze positive del tax credit e del tax shelter. Abbiamo cercato di comunicare a tutti che il cinema italiano, dopo decenni di crescita sporadica e spontanea, sta finalmente germogliando rigoglioso con maggiore sistematicità. Non è questo il momento di tagliarlo.
Ma la chiusura di Cinecittà Luce rappresenterebbe molto più di un taglio. Sarebbe, rimanendo in tema agrario, come sradicare la coltivazione per poi cospargere di calce il campo. Cinecittà è custode delle radici del cinema italiano. Ogni giovane regista, prima ancora di essere riconosciuto come tale, passa intere giornate ad ammirare le meraviglie del grande Archivio Storico. Ogni idea che nasce nel nostro cinema passa, prima o poi, per Cinecittà. Qui non si parla più di tagli alle risorse del cinema, ma di privarlo delle basi su cui è poggiato.
Inoltre, Cinecittà Luce ha dimostrato, proprio in questi anni di crescita del nostro Cinema, di avere la vista lunga, spesso più lunga di quello che viene banalmente definito il “mercato”. Molte delle grandi soddisfazioni che l’Italia del cinema si è presa sui palcoscenici internazionali, non sarebbero mai nate senza il fondamentale apporto di Cinecittà Luce come distributore o, in alcuni casi, come produttore. Torniamo a vedere le statistiche e contiamo i film che, distribuiti dal Luce, hanno rappresentato l’Italia nel mondo; ne saremo sorpresi…
Insomma, Cinecittà rappresenta le nostre radici, sia in termini di storia che in termini di crescita di nuovi talenti. Delle buone radici possono ricrescere superando qualsiasi difficoltà. Diversamente, senza radici, il nostro territorio consumerà i suoi ultimi frutti, per poi rimanere arido e InColto”.