Dopo cinque anni di peripezie, Young Gods, film finlandese del regista esordiente Jukka-Pekka Siili, nudo e crudo (è il caso di dire) arriva nella sale italiane, ma si può già ben immaginare che non piacerà. Storceranno il loro pruriginante naso i benpensanti, e lo faranno anche i depositari della giusta morale. Un giudizio a priori non posso certamente darlo, senza prima averlo visto, ma il trailer, la storia, e alcune immagini che non lasciano alcun dubbio, mi fanno credere che non passerà inosservato, almeno per il tema principale. La storia ruota intorno a quattro ragazzi dell’alta borghesia di Helsinki prossimi alla maggiore età. Il protagonista Taavi ha perso i genitori in tenera età e ha ereditato una rendita che gli permette di vivere senza problemi e di affrontare l’estate del diploma in totale serenità. Durante la festa di fine anno accademico, complici alcol e amiche disponibili, i quattro ragazzi si abbandonano ad ogni eccesso e Taavi ne diventa il testimone attraverso la sua videocamera. Filmerà anche un rapporto sessuale tra due invitati e questo darà il via ad una gara tra gli amici. Colui che farà il video migliore vincerà un premio. Nulla potrà ormai fermarli e si abbandoneranno alle esperienze più borderline fino a toccare il fondo. Giovani, ricchi, al di sopra della legge, annoiati. Questo è il ritratto che emerge, senza falsa retorica e senza tabù sociologici, di una generazione che insegue un bisogno ormai primario, esistere. Di più non so.
Il film di Pekka Siili è stato vincitore del premio FIPRESCI al Göteborg Film Festival del 2004 e nominato al Tiger Award al Rotterdam International Film Festival. Qui se riusciremo a trovarlo in qualche sala d’essai sarà un vero miracolo.
Articolo a cura di Luca Lupo