Fratelli di sangue. Il cinema di Joel & Ethan Coen

Un Giano bifronte, come sostiene Ronald Bergan, biografo (grosso modo) ufficiale. Lo Yin e lo Yang di un unico essere, secondo Sam Raimi, regista, amico e (talvolta) collaboratore. Un io riflesso attraverso una lente che rifranga e moltiplichi, usando le parole di Ernst Theodor Hoffmann, che sarebbero appropriate, se solo questi avesse incrociato la sua epoca con la loro. I Coen. Joel ed Ethan, regista e sceneggiatore: rispettivamente, ma non rigorosamente. Autori, entrambi. Allo stesso titolo, circoscrivendo i ruoli soltanto per definire un ambito realizzativo che li vede controllare e gestire l’intero processo produttivo. Insieme: coregisti e cosceneggiatori. Inseparabili, come i gemelli Mantle di Cronenberg. Compatibili al punto tale che durante le interviste uno completa il discorso lasciato a metà dall’altro, lasciandolo invece incompiuto e guardandosi intorno smarrito se l’altro non c’è. Interscambiabili, come se fossero una coppia di personaggi shakespeariani perennemente in scena, dei Rosencrantz e Guildenstern riletti dalla effervescente penna di Tom Stoppard. Uno smisurato amore per il cinema americano e per le forme di narrazione tradizionali, unito ad un sapido e ben riconoscibile gusto per la trovata paradossale, imprevedibile e straniante, è il cordone ombelicale che li unisce e li sovrappone, uno in funzione dell’altro.

E che li dota di una visione del mondo filtrata costantemente da una spiccata volontà narrativa, da un piacere per le modalità del racconto che è omaggio partecipe ed affettuoso, ma anche rielaborazione di situazioni, cifre stilistiche, ricorrenze d’autore, consuetudini di genere. Fin dall’esordio, da quel Blood Simple – Sangue facile che guardava al noir di James M. Cain e Tay Garnett lungo coordinate che conducevano al Quinlan di Welles e all’amico americano di Wenders e della Highsmith. Periodo in cui i Coen, uno e bino, erano intorno ai vent’anni (uno dei due tre più dell’altro; non importa chi dei due, ovviamente) e avevano l’aspetto degli studenti scapigliati alla cerimonia di consegna dei diplomi, apparenza che, ad onor del vero, avevano anche durante l’ultima, dominata, notte degli Oscar. Una passione per le forme della narrazione che si è conservata nel corso degli anni, al punto da giocare con i cliché. Si prenda Ed Crane, opalescente barbiere de L’uomo che non c’era alle prese con un affare più grande di lui e per questo ingestibile, come sempre nel cinema dei Coen: Ed, tanto riluttante alla conversazione quanto prodigo di dettagli nella narrazione in prima persona che sta rivolgendo allo spettatore, tronca improvvisamente il racconto del suo primo incontro con la moglie Doris per riprenderlo dal punto esatto in cui si era interrotto solo dopo essersi recato ad un inatteso appuntamento con l’amante della donna, durante il quale sarà costretto ad ucciderlo. L’atto efferato di Ed come un lungo interludio, quasi che la necessità dell’omicidio fosse un’indesiderata e sgradita parentesi all’interno di una rievocazione romance intorno alla quale lo stesso Ed stava saggiando il suo valore di narratore provetto. Una deliberata distinzione tra azione e narrazione che torna più volte nella filmografia dei due fratelli (l’approccio al ristorante di Amy Archer all’ingenuo Norville Barnes raccontato in diretta dai tassisti, e derivato da Lady Eva di Preston Sturges, in Mister Hula Hoop, la cornice country & western de Il grande Lebowsky, la sostanza omerica che caratterizza Fratello, dove sei?) e che, insieme all’estrema levigatezza nella restituzione della plasticità delle superfici, all’ossessione per gli oggetti (il placido quadro marino di Barton Fink, la brillantina di Everett/Clooney, il White Russian e la palla da bowling del Drugo Lebowsky) e alla dilatata definizione dello spazio, rappresenta una delle costanti del loro modo di concepire il cinema. Sempre sul filo del paradosso, spesso oltre. Anche nelle singole situazioni illustrate. Può capitare, infatti, che un bambino stemperi l’immutata grinta ad un misterioso cadavere ritrovato in un vicolo sottraendogli un ridicolo parrucchino (Crocevia della morte), oppure che l’intimazione a fermarsi dell’agente di polizia non sia compresa perché sovrastata dal rumore del trituratore del legno in cui il killer sta eliminando le ultime prove dell’esistenza fisica del suo complice (Fargo). Il paradosso come forma strutturata di un’ironia sempre presente, anche quando la costruzione e l’origine stessa della storia parrebbero non ammettere inserzioni possibili: un piccolo accenno, un mutamento di prospettiva, una reazione insolita cambiano il tono di un’intera sequenza e magnificano l’operato di questa coppia sovrapposta di cineasti. Dovunque e in modo inatteso, improvviso: l’ultima mattanza di Anton Chigurh, in quella trasposizione claustrofobia (nonostante i grandi spazi, altro paradosso) che è Non è un paese per vecchi, non è mostrata, ma l’illusione dello spettatore è di breve durata, perché Chigurh, uscito dall’abitazione di Carla Jean Moss, si ferma e osserva le suole delle sue scarpe, assicurandosi che le sue ipertrofiche modalità di uccisione non abbiano lasciato tracce evidenti. Non è che uno scarto nel tessuto e nei toni assunti fino a quel momento, ma è la sfumatura che permette alla grottesca maschera interpretata da Javier Bardem di assumere il diritto di collocarsi tra i più grandi bad men di tutti i tempi. Grazie agli indistinguibili bad boys di Minneapolis.

PROGRAMMA DELLE PROIEZIONI

Joel & Ethan Coen
Chacun son cinéma – World Cinema
Francia 2007, 5’, col., v.o. sott.it.
In occasione del sessantesimo anniversario del Festival di Cannes, trentacinque registi, provenienti da venticinque nazioni diverse, sono stati invitati a realizzare un cortometraggio di tre minuti sulla propria visione del cinema. Uno degli episodi è affidato ai fratelli Coen che descrivono il loro particolarissimo punto di vista.
SAB 25, h. 16.15, MAR 28, h. 22.15, VEN 31, h. 16.30
Joel Coen Blood Simple – Sangue facile Usa 1984, 97’, col.
Marty è un greco mezzo paranoico che gestisce un bar nel Texas; Abby, la moglie, di cui Marty è gelosissimo, è l’amante di Ray, un dipendente del locale. Avendo dei precisi sospetti, Marty prima incarica Visser, un detective privato, di acquisire delle prove e poi, dietro compenso di 10.000 dollari, di uccidere la coppia di amanti. Visser, attirato dal denaro, accetta, ma ha un’idea. Fotografati i due in un motel, trucca le fotografie come se fossero cadaveri e, a missione compiuta, le porta al cliente. Appena ricevuto il denaro però, gli spara con la pistola di Abby, rubata dalla sua borsetta, in modo da poter incolpare la donna del delitto. Marty viene trovato morto da Ray e sospetta subito che ad assassinarlo sia stata Abby. Preso dal panico l’uomo va a seppellire Marty in aperta campagna.
Sc.: J. e E. Coen; Fot.: Barry Sonnenfeld; Int.: Dan Hedaya, Frances McDormand, John Getz.
SAB 25, h. 16.20, MAR 28, h. 22.20, VEN 31, h. 16.35
Joel Coen Arizona Junior Raising Arizona
Usa 1987, 94’, col.
A furia di incontrarsi in prigione, Edwina, poliziotta che fotografa i nuovi detenuti del carcere, e Herbert McDonnough, rapinatore di supermarket, si innamorano. Si sposano ma non riescono ad avere figli. Così, dal momento che la moglie di Nathan Arizona, un ricco commerciante della zona, ne ha avuti addirittura cinque in un parto plurigemellare, pensano bene di portarne via uno. Le cose si complicano quando si presentano in casa degli sposi novelli, i fratelli Gaie ed Evelle Snopes, suoi ex-compagni di cella evasi. Loro capiscono subito che il frugoletto è proprio quello che la vera famiglia d’origine sta cercando con tanto di premio di 25.000 dollari a chi lo riporta sano e salvo. Il colpo pare facile e i due evasi fuggono con il piccolo in una corsa spericolata. Nella sarabanda tra corse affannose, lacrime di Edwina e frenesie generali, finisce che i due evasi smarriscono il bambino. Il piccolo Arizona viene riportato indenne e sorridente da mamma e papà, con vivo dolore dei finti genitori che rinunciano dignitosamente al compenso.
Sc.: J. e E. Coen; Fot.: Barry Sonnenfeld; Int.: Nicolas Cage, Holly Hunter, John Goodman.
SAB 25, h. 18.15, MER 28, h. 20.30, VEN 31, h. 18.30

Joel Coen
Crocevia della morte
Miller’s Crossing
Usa 1990, 115’, col., v.o. sott.it.
Nel 1929, Johnny Caspar, boss napoletano di una gang di italiani, offre al rivale Leo pace ed amicizia a condizione che smetta di proteggere il bookmaker ebreo Bernie Bernbaum, che vuole morto. Ma Leo rifiuta perché ama Verna, affezionatissima sorella di Bernie. Tom, però, il suo braccio destro, pur essendo affezionato a Leo, ha una segreta e tormentata relazione amorosa con Verna. Dopo attacchi e sparatorie fra le bande rivali, mentre la polizia protegge ora l’una ora l’altra, Leo decide di sposare Verna ma scopre la relazione clandestina della ragazza con Bernie. Nel frattempo Caspar ha conquistato il potere e il sindaco ed il capo della polizia stanno al suoi ordini; anche Tom è passato dalla sua parte e lo aiuta a catturare Bernie.
Sc.: J. e E. Coen; Fot.: Barry Sonnenfeld; Int.: Gabriel Byrne, Marcia Gay Harden, John Turturro
SAB 25, h. 20.20, LUN 27, h. 18.10, DOM 2 novembre, h.18.10
Joel Coen Barton Fink – È successo a Hollywood Usa 1991, 116’, col.
Nel 1941 Barton Fink, giovane commediografo di New York, idealista ed impegnato, che si è conquistato il successo della critica e del pubblico a Broadway, si trasferisce ad Hollywood per scrivere una sceneggiatura per il produttore cinematografico Jack Lipnick. Qui Barton prende alloggio in una squallida camera di un sinistro albergo dove subisce l’intrusione del vicino di camera, Charlie Meadows, persona molto affabile e comunicativa, che sembra impersonare i valori dell’uomo della strada. Per risolvere la propria crisi, Barton cerca consigli da W.P. Mayhew, un noto sceneggiatore che lo accoglie gentilmente, ma che è sempre ubriaco quando non riesce a scrivere, come confida a Barton la sua segretaria Audrey Taylor. Sempre più in crisi, il giovane chiama allora in aiuto Audrey, che gli rivela d’essere da tempo lei a scrivere i soggetti firmati da Mayhew, e promette di raggiungerlo la notte e non solo per lavorare. Il mattino dopo, però, Barton trova al suo risveglio la giovane assassinata. Alle sue urla accorre Charlie che lo convince a non chiamare la polizia ma a nascondere il cadavere. È solo l’inizio di una grottesca avventura.
Sc.: J. e E. Coen; Fot.: Roger Deakins; Int.: John Turturro, John Goodman, Judy Davis.
SAB 25, h. 22.30, LUN 27, h. 16.00, DOM 2 novembre, h. 22.30
Joel Coen
Mister Hula Hoop The Hudsucker Proxy Usa 1994, 111’, col.,
A New York, nel 1958, l’incauto giovane laureato Norville Barnes viene assunto come fattorino nella grande ditta di giocattoli Hudsucker contemporaneamente al suicidio del proprietario, Waring Hudsucker. Nominato presidente dal subdolo Sidney Mussburger, al quale doveva consegnare una lettera blu, Norville dovrebbe provocare con la sua dabbenaggine il crollo delle azioni che, ricomprate in blocco da un gruppo ristretto capeggiato dallo stesso Mussburger, darebbe a questi la proprietà della fiorente industria. Amy Archer, però, si accorge che Norville non è lo scemo che sembra, soprattutto quando fa brevettare e vendere un cerchio di plastica, l’hula hoop, che lo proietta nell’empireo finanziario e produttivo. Il successo trasforma Barnes al punto che Amy decide di lasciarlo. Norville, allora, disperato, tenta il suicidio lanciandosi dal quarantaquattresimo piano, ma si salva perché il custode dell’orologio ferma i meccanismi e blocca il tempo impedendo a Barnes di sfracellarsi al suolo. Ora tutto può ricominciare in un clima più sereno e rassicurante.
Sc.: J. e E. Coen, Sam Raimi; Fot.: Roger Deakins; Int.: Tim Robbins, Jennifer Jason Leigh, Paul Newman.
DOM 26, h. 16.15, GIO 30, h. 22.30, SAB 1 novembre, h. 18.15
Joel & Ethan Coen Paris, je t’aime – Tuileries Francia 2006, 10’, col., v.o. sott.it.
Parigi e l’amore. Venti episodi, realizzati da altrettanti registi, ognuno dei quali è ambientato in un quartiere diverso della capitale francese e mette in mostra i vari aspetti dell’amore. Il primo Arrondissement, Tuileries, è stato affidato ai fratelli Coen che si spostano nella metropolitana e raccontano Parigi senza mai mostrarla.
Sc.: J. e E. Coen; Fot.: Bruno Delbonnel; Int.: Julie Bataille, Steve Buscemi, Axel Kiener.
DOM 26, h. 18.20, GIO 30, h. 20.30, SAB 1 novembre, h. 16.15
Joel Coen Fargo
Usa 1996, 98’, col., v.o. sott.it.
Addetto alle vendite in un salone d’automobili nel Minnesota, Jerry Lundegaard consegna una vettura nuova a due balordi, Carl Showalter e Gaear Grimsrud, ai quali ha dato un appuntamento in una caffetteria. Lui è un uomo vile, goffamente astuto e pieno di debiti, mentre loro vivacchiano alla giornata. Il grande progetto di Jerry è di far rapire da loro la moglie Jean per poi chiedere il riscatto al suocero Wade Gustafson. Mentre percorrono l’autostrada, i due balordi uccidono un agente della polizia stradale e due innocenti, sfortunatissimi testimoni del delitto. Trovare i criminali sembra un’impresa ardua per la polizia locale ma i malviventi sono goffi e commettono una serie di errori, di distrazioni ed incidenti, grazie ai quali il lavoro delle forze dell’ordine può avere successo. Premio per la miglior regia a Cannes nel 1996. Due Oscar per la miglior attrice protagonista a Frances McDormand e miglior sceneggiatura originale.
Sc.: J. e E. Coen; Fot.: Roger Deakins; Int.: Frances McDormand, William H. Macy, Steve Buscemi.
DOM 26, h. 18.30, GIO 30, h. 20.40, SAB 1, h. 16.25
Joel Coen
Il grande Lebowski The Big Lebowski
Usa 1998, 117’, col.
Due sicari, inviati dal pornografo Treehorn, irrompono nell’appartamento di Jeff Lebowski, detto Drugo, disoccupato giocatore di bowling, rimasto legato agli anni Settanta. Ma hanno sbagliato, perché il loro obiettivo è un altro Jeff Lebowski, un miliardario di Pasadena. Prima di andarsene, però, i due malviventi sporcano il tappeto rosso dell’ingresso. Deciso ad ottenerne la sostituzione, Drugo va a casa del suo omonimo e sottrae un tappeto. In seguito viene richiamato dal riccone che lo incarica di consegnare il riscatto per liberare la propria giovane moglie Bunny, attricetta porno presa prigioniera da un gruppo di nichilisti tedeschi. Ma la consegna fallisce, causa la goffaggine di Walter, amico di Drugo e veterano del Vietnam. Maude, figlia del miliardario e pittrice eccentrica, convoca a sua volta Drugo, gli dice che il rapimento potrebbe essere un’invenzione e lo invita a tenere i contatti con Treehorn. Questi, dopo aver incontrato Drugo, manda i suoi scagnozzi a fargli a pezzi la casa.
Sc.: J. e E. Coen; Fot.: Roger Deakins; Int.: Jeff Bridges, John Goodman, Julianne Moore, Steve Buscemi.
DOM 26, h. 20.20, MER 29, h. 16.15, DOM 2 novembre, h. 16.00
Joel Coen Fratello, dove sei?
O Brother, Where Art Thou?
Usa 2000, 107’, col.
America, anni Trenta. Everett Ulysses McGill, criminale di poco conto condannato ai lavori forzati nel Mississippi, riesce a fuggire. Insieme a lui ci sono Delmar, timido e ingenuo, e Pete, confuso e disadattato. Ancora incatenati, i tre cominciano a fuggire senza una meta precisa. McGill rivela di aver sotterrato un tesoro da qualche parte e che ci sono quattro giorni di tempo per arrivare in quel luogo prima che l’acqua del lago si alzi e ricopra tutta il territorio. Con questo miraggio McGill convince gli altri due a seguirlo. Il viaggio si rivela disseminato di pericoli, sorprese e eventi imprevedibili. Incontrano Tommy Johnson, un musicista che deve esibirsi alla radio, poi tocca a Big Dan Teague, un venditore di Bibbie. Dopo si trovano fianco a fianco del famoso gangster Baby Face Nelson durante una delle sue rapine. Quindi seguono il governatore Pappy O’Daniel impegnato nella campagna per la rielezione. Infine, di fronte alle domande insistenti dei due compagni di viaggio, McGill è costretto a confessare che non esiste alcun tesoro.
Sc.: J. e E. Coen; Fot.: Roger Deakins; Int.: George Clooney, John Turturro, John Goodman.
DOM 26, h. 22.30, MER 29, h. 18.30
Joel Coen
L’uomo che non c’era, The Man Who Wasn’t There
Usa 2001, 116’, b/n
Nell’estate del 1949, in una piccola città della California del Nord, Ed Crane, un barbiere assai scontento della propria vita, spera di poterla cambiare quando, scoperto il tradimento della moglie, decide di ricattare l’amante. Nonostante la sua mancanza di scrupoli, però, le cose andranno in maniera diversa perché l’amante di sua moglie viene trovato ucciso. Premio della giuria ex-aequo con Mulholland Drive di David Lynch al Festival di Cannes 2001, David di Donatello nel 2002 come miglior film straniero.
Sc.: J. e E. Coen; Fot.: Roger Deakins; Int.: Billy Bob Thornton, Frances McDormand, Michael Badalucco.
MAR 28, h. 16.15, VEN 31, h. 20.20, DOM 2 novembre, h. 20.20
Joel Coen. Prima ti sposo, poi ti rovino
Intolerable Cruelty
Usa 2003, 100’, col.
Stanco della vita di tutti i giorni, Miles Massey, un importante avvocato divorzista di Los Angeles trova un giorno l’occasione per dare una svolta al tran tran quotidiano grazie all’incontro casuale con una donna affascinante. Lei, Marilyn Rexroth, ambiziosa e arrivista, grazie a vari matrimoni e separazioni ha raggiunto l’indipendenza finanziaria. L’incontro fra due forze potenzialmente diverse ma convergenti scatena fra i due un vortice di passione a livello personale e professionale.
Sc.: J. e E. Coen, Robert Ramsey, Matthew Stone; Fot.: Roger Deakins; Int.: George Clooney, Catherine Zeta-Jones, Geoffrey Rush, Billy Bob Thornton.
MAR 28, h. 18.30, VEN 31, h. 22.30
Joel & Ethan Coen Ladykillers
Usa 2004, 104’, col., v.o. sott.it.
Un gruppo di cinque musicisti in cerca di un posto dove provare la loro musica sacra, trova ospitalità a casa dell’anziana signora Munson. Ma le cose non stanno proprio come sembra: in realtà il prof. Goldthwait Higginson Dorr III e i suoi compagni altri non sono che un gruppo di banditi in procinto di fare il colpo del secolo. Quando la signora Munson scopre la verità e minaccia di chiamare le autorità, i cinque gaglioffi decidono di farla fuori. Remake della commedia La signora omicidi diretta nel 1955 da Alexander Mackendrick e sceneggiato da William Rose. Si tratta del primo film la cui regia è firmata da entrambi i fratelli Coen.
Sc.: J. e E. Coen; Fot.: Roger Deakins; Int.: Tom Hanks, Irma P. Hall, Marlon Wayans.
GIO 30, h. 16.15, SAB 1 novembre, h. 22.30
Joel & Ethan Coen Non è un paese per vecchi
No Country for Old Man
Usa 2007, 104’, col.
Texas, anni Ottanta. L’avventura di un uomo che, durante una battuta di caccia lungo il Rio Grande, incappa per caso sulla scena di un traffico di droga andato storto dove sono stati abbandonati alcuni cadaveri, un quantitativo di eroina e soprattutto una valigia con un’ingente somma di denaro. L’uomo decide di prendere con sé la borsa con il prezioso contenuto e inizia la sua fuga disperata per eludere la caccia all’uomo messa in atto da un assassino psicopatico, un ex agente delle forze speciali assoldato da un potente cartello e da uno sceriffo intenzionato a fermare i due inseguitori. Oscar come miglior film, miglior regia, miglior attore non protagonista a Javier Bardem e migliore sceneggiatura non originale.
Sc.: J. e E. Coen, dal romanzo di Corman McCarthy; Fot.: Roger Deakins; Int.: Tommy Lee Jones, Woody Harrelson, Javier Bardem.
GIO 30, h. 18.15, SAB 1 novembre, h. 20.20

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