Il film Teza di Haile Gerima (Etiopia) – già Premio Speciale della Giuria alla 65. Mostra di Venezia – ha vinto il Tanit d’ Oro alle 22me Giornate Cinematografiche di Cartagine, il più antico e più importante festival del continente africano, il cui concorso è riservato a film africani e arabi.
All’opera di Gerima – particolarmente acclamata a Venezia dalla critica internazionale – sono andati anche altri 4 premi ufficiali (migliore sceneggiatura, miglior fotografia, migliore musica, miglior attore non protagonista), ed è la prima volta nella storia delle Giornate di Cartagine che il Tanit d’ Oro riceve anche altri premi. La giuria, così come tutta la stampa e i media africani e arabi, hanno gridato al capolavoro, definendo Teza un film epocale per il cinema del continente.
Teza è la cronaca del ritorno al suo paese d’origine – dopo alcuni anni in Germania studiando medicina – dell’intellettuale etiope Anberber, durante il repressivo regime marxista di Haile Mariam Mengistu. Anberber prende coscienza del proprio disallineamento e della propria impotenza, di fronte alla dissoluzione dei valori umani e sociali del suo popolo. Il sogno di utilizzare le proprie conoscenze per migliorare le condizioni di salute degli Etiopi, viene infranto da una giunta militare che utilizza gli scienziati per scopi politici.
A ulteriore conferma del dialogo serrato del cinema africano e arabo con la Mostra di Venezia, due giurie delle Giornate erano presiedute da Marco Müller. La Giuria del Premio Tanit del Futuro ha attribuito all’unanimità il suo premio all’opera prima Il sale di questo mare di Anne-Marie Jacir (Palestina).
La Giuria dell’Officina di Progetti, presieduta anch’essa da Marco Müller, ha attribuito i premi principali alle opere di 3 donne registe:
Ouardia aveva due figli di Djamila Sahraoui (Algeria)
Storia di un bandito palestinese di Azza el-Hassan (Palestina)
Dakar, aspettando la pioggia di Massaer Dieng (Senegal).