Da noi si intitola Millennium: uomini che odiano le donne, mentre all’estero è “The Girl With Dragon Tattoo” ma per gli spettatori indiani la sua visione sarà interdetta. Questo perchè la pellicola di David Fincher è stata censurata e considerata non adatta alla pubblica visione. La distribuzione è bloccata e, ancora una volta il severo controllo di questo Paese su ciò che è considerato rispettoso dei costumi e delle tradizioni locali e cosa no, colpisce duramente. In realtà al regista era stata anche data una possibilità che ha deciso di non rispettare. Si perchè gli era stato chiesto di togliere le parti più scandalose del lungometraggio tratto dal best-seller di Stieg Larsson.
Il comunicato ufficiale che di fatto conferma la mancata presenza del film sul grande schermo indiano riporta le seguenti parole: “Sony Picture non potrà distribuire “The Girl With Dragon Tattoo in India. Il consiglio di censura ha giudicato il film inadatto alla pubblica visione. Volendo mantenere e proteggere il progetto originario del regista rispetteremo, come sempre, la decisione del consiglio”.
Quali sono le scene che tanto hanno fatto gridare al proibito e all’oscenità? Come è facile immaginare si tratta di scene di sesso, alcune delle quali per noi assolutamente comuni. Parliamo di due nudi integrali femminili, un bacio saffico e lo spezzone in cui la protagonista viene violentata da un gruppo di uomini. E’ vero, però, che il film è impegnativo da questo punto di vista ma che nel resto del mondo sembra piacere molto tanto che ha incassato ben 167 milioni di dollari. In India, invece, non potranno dire la propria sulla qualità del film, in quanto a loro ne sarà interdetta la visione. E’ giusto? Difficile giudicare, anche perchè gli usi e i costumi di tale tratto di mondo sono davvero particolari e sicuramente differenti da quelli dei paesi europei, decisamente meno attenti a religione e sobrietà.
Appunto non si capisce proprio per quale motivo Noi Italiani dobbiamo subire quest’immigrazione selvaggia fatta di soggetti con ideali anormali.