Il regista del discusso Trainspotting e Piccoli omicidi tra amici, Danny Boyle, torna sugli schermi con il film The millionaire, cambiando ancora una volta genere e ambientazione. Il film, distribuito dalla Lucky red, arriverà nelle sale italiane il 5 dicembre, portando con se un pò di Bollywood e un pò di mondo televisivo.
Lo sceneggiatore Simon Beaufoy ha adattato per lo schermo il romanzo dello scrittore Vikas Swarup, dal titolo “Le dodici domande” che indaga sulla sottile linea che separa la povera gente dai ricchissimi in un’India fatta di gravi ineguaglianze sociali.
Il film, come il romanzo, racconta di un giovane paria indiano che partecipa al gioco a quiz più famoso del mondo “Il milionario”, per vincere venti milioni di Rupie e finalmente abbandonare la sua vita da povero cameriere della periferia degradata di Mumbay.
Arrivato all’ultima delle 12 domande viene arrestato perché gli autori e il conduttore della trasmissione, anch’egli un paria, non credono nella sua buona fede ma anzi che abbia imbrogliato per vincere la grossa somma di denaro. Inizia così un viaggio a ritroso nel tempo che ci accompagna nella scoperta della vita di questo giovane indiano, ci fa conoscere i luoghi dove ha vissuto e le persone che ha amato tra cui la sua ragazza ormai perduta. Il film esplora le grandi difficoltà di un paese che deve lottare contro la crescita esponenziale della popolazione, le disuguaglianze sociali, la povertà e, avvenimenti degli ultimi giorni, anche contro il terrorismo, non sempre di natura islamica. Ma dipinge anche un India ricca di cultura, di passioni intense e di bellezze paesaggistiche che fanno da contraltare agli slum, pullulanti di varia umanità.
La produzione ha dovuto superare una serie di difficoltà, tra cui la ricerca di protagonisti che parlassero la lingua inglese ma che fossero credibili abitanti delle periferie degradate, soprattutto i ragazzini e gli adolescenti. Al contrario ha potuto contare sulla bravura della troupe nel filmare anche le scene preliminari da utilizzare nel montato finale per dare una freschezza ed una intensità maggiore a tutto l’impianto del film. Un’esperienza, dice il regista, che ancora una volta conferma il grande fascino di questo immenso e variegato paese, dove ogni angolo nasconde affascinanti richiami alla storia del mondo e i colori intesi e accesi che si possono riscoprire nei lungometraggi bollywoodiani.