Gli appassionati delle opere dello Studio Ghibli sono molti in tutto il mondo, compresa me. Chi non ha visto, ad esempio, capolavori come Il Castello errante di Howl, Ponyo, Totoro e Arietty? Il prossimo evento da segnare in calendario, in tal senso, è per il prossimo 6 novembre con La Collina Dei Papaveri, storia firmata Goro e Hayao Miyazaki. Il lungometraggio animato, conquisterà soprattutto per i suoi disegni animati e per la storia dei due protagonisti Umi e Shun. I buoni sentimenti, come sempre, sono messi in primo piano e il racconto esplora il forte legame di amicizia tra i due, tanto che piano piano decidono di unirsi per salvare il loro vecchio liceo dalla demolizione.
Nel 2011 in Giappone la pellicola si è fatta notare ed ha infatti vinto il premio per la Migliore Animazione. Ora La Collina dei Papaveri non vuole far da meno nel Belpaese. L’attenzione è tutta puntata sulla bellezza dell’amore, con un contorno fiabesco tra interessanti paesaggi e ambientazioni intriganti.
Grande uso di colori accesi, in grado di catturare l’occhio e l’attenzione degli spettatori ed esterni dal valore artistico pregevole. Una sorta di rievocazione del passato che conferma quanto lo Studio Ghibli, sia creativo e non conosca flop. Tra l’altro, arriva dopo successi recenti come Arrietty, delizioso racconto del difficile ma a volte intenso rapporto tra gli esseri umani e i “rubacchiotti” alti dieci centimetri. La bella quattordicenne con la curiosità tipica della sua età, riuscirà a sciogliere il cuore di un bambino molto malato e a farsi ricordare per sempre. Ora con la Collina dei Papaveri, torna il contesto struggente ed evocativo che non lascia indifferente lo spettatore che si lascia, irrimediabilmente, conquistare da un mondo a parte al quale ognuno, in fondo, sogna di appartenere e che attraversa un pò l’animo di tutti, tra sogno e realtà.