Lo Hobbit attaccato dalla Peta

 

Lo Hobbit annunciato come un grande successo e in uscita a dicembre al cinema, ha già i suoi nemici. Tutti contro il regista della trilogia che è Peter Jackson. A puntargli il dito contro soprattutto l’organizzazione animalista Peta, la quale avrebbe confermato dell’uccisione di 27 animali, cavalli, capre, pecore e polli e per alcuni di essi ci sarebbe stata anche una atroce mutilazione. Dal canto suo il regista smentisce categoricamente ciò di cui viene accusato. Le sue scelte sarebbero state giuste, semplicemente perché in quasi tutti i casi le parti di tale tipo sarebbero state realizzate in computer grafica.

Le accuse erano partite soprattutto dalla portavoce della Peta, Kathy Guillermo, la quale aveva detto a “Radio New Zealand” che gli animali sono morti o rimasti feriti a causa di cure o di alloggi inappropriati. Le sue minacce parlavano di minacciato boicottaggi e manifestazioni di protesta in coincidenza con le prime del film in tutto il mondo. A questo punto bisognerà vedere come si evolverà la situazione.

Lo stesso Jackson, ha anche diretto la trilogia de “Il Signore degli Anelli” di cui The Hobbit è il prequel, ha una certa esperienza sul campo e conferma che non si comporterebbe mai in modo da mancare di rispetto agli animali.Ha confermato del resto che sono state adottate misure straordinarie per assicurare che non si usassero animali nelle sequenze di azione o in nessuna scena che potesse stressarli in qualche modo. Non è diverso il discorso per quel che concerne gli alloggi e le cure. Sono stati spesi molti soldi per avere a disposizione le migliori stalle e i recinti più adatti. I produttori del film comunque non avrebbero dubbi: ad alimentare le polemiche sarebbero stati dei mandriani che erano stati licenziati più di un anno fa, mentre l’American Humane Association ha controllato tutti gli animali presenti sul set con le dovute precauzioni.

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