C’è chi realizza i propri sogni e segue le proprie passioni e chi intraprende una determinata carriera, perché ne vale della propria salute. E’ quello che è successo, più o meno, a Lola Creton, la quale ha raccontato alla rivista “Io donna” durante una intervista di aver scelto tale professione “su ordine del medico“. Aveva bisogno di sbloccarsi visto che era fin troppo riservata e, in effetti, ha trovato il suo equilibrio interiore crescendo sul set.
Per tale motivo l’attrice ha detto: “Ero una bambina timida, oltre la media. A scuola, per strada, al parco, avevo sempre paura di aver a che fare con gli altri. Uno psicologo aveva detto ai miei genitori che il cinema avrebbe potuto funzionare come una terapia, sarebbe stato un buon modo per tirarmi fuori dall’isolamento, per aiutarmi a combattere la timidezza“. Per l’artista francese, allora solo una giovanissima ragazzina come tante altre, era l’unica soluzione ed ha funzionato.
Lola Creton è diventata famosa soprattutto con film come “Qualcosa nell’aria” di Olivier Assayas ambientato negli anni ’70, presentato in concorso all’ultimo Festival di Venezia. il grande pubblico ancora non ha potuto vederlo, ma uscirà nelle sale il 17 gennaio quindi l’attesa è veramente minima. Nel corso dell’intervista ha parlato anche del periodo in cui è ambientato il film dicendo:
Credo che negli anni Settanta qualcosa si sia sbloccato nelle relazioni. Molte cose che fino a quel momento sarebbero sembrate strane, da allora sono diventate normali, le abbiamo accettate. Ad esempio il bisogno di libertà delle ragazze, e non importa se si è molto innamorate. La voglia di stare dentro rapporti più egualitari. C’era l’utopia, la solidarietà, si decideva tutto insieme e si credeva davvero che fosse possibile cambiare il mondo. Viviamo in un’epoca senza sogni, siamo fatalisti, individualisti, violenti l’uno verso l’altro. Siamo soli e impauriti, manca la fiducia. Peccato aver deciso di non credere più in niente di interessante