Forse pochi sanno che Rambo, il famosissimo personaggio dello schermo di Sylvester Stallone, nasce da un romanzo di David Morell. L’autore canadese infatti, scrisse First Blood (Primo sangue) nel 1972, dando vita al personaggio che ha caratterizzato Stallone, insieme a Rocky.
Fu proprio Morell che creò John Rambo e la storia poi rappresentata nel primo film, e ora il settantenne autore spara a zero sull’ultimo episodio della saga, Rambo: Last Blood. Il film è uscito ieri in America, e Morell ha usato parole pesanti contro la pellicola, dicendosi addirittura imbarazzato dall’associazione del suo nome con il film.
L’imbarazzo di Morell
David Morell disconosce questo Rambo senza nessun dubbio su Twitter:
“Il film è un pasticcio. Mi imbarazza avere il mio nome associato a questo film”.
Stallone non ha voluto rinunciare al personaggio che 37 anni fa lo rese una delle icone dell’America buona contro il male. Anche a Cannes ha voluto ribadire che, se Rocky “è la faccia ottimista, Rambo invece dà forma alla parte oscura di ciascuno di noi”.
Ma la nuova versione del veterano del Vietnam non piace al suo papà, il canadese Morell, che lo giudica imbarazzante.
Il “nuovo” Rambo è un cowboy in pensione, che passa le giornate in un ranch in Arizona, e che deve affrontare i fantasmi del suo passato. Per la prima volta niente azione in Afghanistan o nella giungla. Rambo deve affrontare i suoi nemici a casa, per la prima volta. L’attore avrebbe voluto costruire una metafora nella casa che in realtà non viene mai raggiunta, da Rambo, ma il film non è piaciuto alla critica, né tanto meno a Morell.
Se la pellicola non piace nelle recensioni degli addetti ai lavori, sembra invece incontrare il gradimento del pubblico, almeno nelle proiezioni. Tra una settimana comunque si farà un bilancio dei primi incassi, e se saranno positivi, la critica potrà anche essere messa da parte.
Matthew Cirulnick e Stallone sono gli sceneggiatori, ma il regista è Adrian Grunberg, che ha ambientato il film a Bowie, in Arizona. Rambo è ormai in pensione ma dovrà salvare la figlia della badante, in mano ad un cartello di narcotrafficanti messicani.
La saga però ormai ha poco a che vedere con il libro, e con l’autore, che infatti non vuole più essere associato al personaggio.