A Cannes per questa edizione del festival non è stato tralasciato nulla. Anche il disagio sociale della moderna civiltà è stata considerata. “Blindess” il film di apertura del festival lascerà tutti a bocca aperta, e mostrerà un disagio di cui non ci si rende conto: quello dei non vedenti. Il film racconta di una città viene ribaltata a causa di una misteriosa malattia che porta alla cecità. Tutta la popolazione è ormai priva della vista, l’unica persona rimasta incolume è la moglie di un dottore. Mentre intorno a lei tutto è avvolto nel caos, la donna l’attrice Julianne Moore, cerca in ogni modo una cura per salvare suo marito. La carrirea di Julianne Moore si è alimentata piano piano. Cresciuta in una famiglia di tradizione militare, con padre giudice e madre psichiatra. Da adolescente si trasferisce con la famiglia in oltre 23 città diverse, per le regole di vita militare imposte dal lavoro del padre. Terminati gli studi al College, per le insistenze della famiglia prima si laurea con il massimo dei voti alla Boston University e solo successivamente decide di seguire la passione per il teatro iscrivendosi alla University’s School of the Performing Art, dove in meno di due anni ottiene l’attestato di recitazione drammatica. A 24 anni si trasferisce a Manhattan, e viene scritturata in alcune produzioni teatrali, con contratti firmati fino alla fine degli anni ’80. Poi l’esplosione…
Julianne non ha un nome, nel film è l’unica persona che in una città non localizzata, sconvolta da una misteriosa epidemia di cecità, continua a vedere. Danny Glover, con la sua voce profonda, narra invece la tragedia.