“Trainspotting” si apriva su una fuga. Disperata, travolgente, vitale. Come il suo protagonista, Ewan McGregor. E mentre correva in mezzo al traffico, la voce fuori campo ci svelava il perché. “Scegli il lavoro, la vita, la famiglia, il maxi televisore del ca**o,…” Ecco, il protagonista non aveva scelto né famiglia, né vita, né televisore. In quello che è stato un indiscutibile manifesto ‘horror’ della generazione X degli anni Novanta, si compieva una scelta a parte. E si restava ai margini.
Il protagonista di “Ce n’è per tutti” non corre in mezzo al traffico di Glasgow. E non si fa. Ma ha scelto anche lui. Di isolarsi, di staccare la spina, di resettarsi in tutta calma. Il suo ‘buen retiro’? No, nessun isola. Ma il Colosseo. In cima al monumento più antico e più famoso di Roma. Una nicchia extra lusso ricavata fra traffico, isterie metropolitane e nevrosi familiari. Manco fosse lo stilita del bunueliano “Simon del deserto”.
Luciano Melchionna, dopo l’esito spiazzante e implacabile del suo durissimo “Gas”, riparte dal film Ce n’è per tutti. Dai margini, per l’appunto. E da un apocalittico non integrato. Uno che se ne frega dell’orologio, dell’agenda e della puntualità. Uno che vuole mancare a se stesso. E agli altri.
Potremmo tirare in ballo scelte di vita, filosofia applicata alla vita di tutti i giorni… Ma non lo facciamo. Perché è Melchionna il primo a non farlo. Preferisce stare a guardare, come i passanti che incuriositi alzano agli occhi al cielo per vedere se Giovanni si butta. No, non si butta. O meglio, si è già buttato. Anzi, ha preso il volo.
“Ce n’è per tutti” è un film che prende il volo. Un’opera da guardare con gli occhi in su. Quello che è un espediente narrativo, diventa precisa strategia filosofica. Perchè il film non pratica la terra, ma il cielo. Non si sporca le mani col fango, ma intreccia castelli d’aria e di vento. Non gli interessa la materia, ma l’anima segreta delle cose. E non ha nulla a che vedere con la pesantezza della carne, ma con la leggerezza aerea dello spirito.
Un cinema abitato da creature di vento e di pioggia quello di “Ce n’è per tutti”. Impalpabili, leggiadre, filiformi. E potentemente fantasmatiche. Dimorano nel presente come nel passato, sono presente e passato.
Hanno i volti di una impagabile Ambra Angiolini (davvero una delle sorprese attoriali più belle degli ultimi tempi), di una intensissima Stefania Sandrelli, di una sempre magnetica Micaela Ramazzotti. Senza dimenticare Lorenzo Balducci, il protagonista ‘rampicante’.
Un cast eccezionale, una commedia umana astratta e potente.