Dopo i paesaggi onirici di “Non è un paese per vecchi” e gli istruttori di fitness fuori di testa di “Burn after reading“, i fratelli Coen tornano a casa. Davanti alla sinagoga, nei pressi della casa natale, vicino alla loro infanzia. Ma non è il posto delle fragole. Non c’è malinconia, non c’è tenerezza, non c’è rimpianto. Ma solo follia. Stavolta al cubo. con A Serious Man.
Presentato all’edizione 2009 della Festa di Roma, “A Serious Man” è stato accolto a dir poco trionfalmente. Fiumi d’inchiostro e standing ovation da brivido per i due fratelli più geniali e costantemente irriverenti del cinema americano odierno. I quali, spostato l’asse della loro prodigiosa macchina da presa sull’ebraismo e affini, si sono superati.
Perché il loro “A Serious Man” è di gran lunga l’opera più sorprendente che abbiano girato negli ultimi anni.
Si parte con uno splendido flashback sull’infanzia del protagonista, si procede col piede sull’acceleratore con l’obiettivo puntato sul microcosmo della provincia e i suoi mostri. Cinema coniano al cubo. Geometrico, glaciale, iconoclasta e anche stalvolta divertente come non mai.
Si ride tantissimo, certo, e non si può fare a meno di leggere fra le righe del racconto una memorabile lezione di cinema. Perché il film è una ‘black comedy’ al vetriolo capace di sposare l’atmosfera del romanzo di formazione bagnato nell’acido. E di deragliare poi dalle parti di un incubo a occhi aperti abitato da personaggi memorabili, pronti ad entrare nella magnifica galleria dei mostri coeniani.
Appuntatevi questo nome: Michael Stuhlbarg. E’ lo straordinario protagonista del film, A Serious Man, un corpo comico che non dimenticherete facilmente.
A Serious Man vi aspetta in sala, distribuisce Medusa.
un film così noioso non lo avevo mai visto..ho finito metà dei giochi che ho nel cellulare..si salvi chi non l’ha ancora visto
ma quale flashback sull’infanzia? che film hai visto?