Il regista romano ambienta il film in una Brescia dove sono ben visibili le contraddizioni tra le comunità del Nord e immigrati clandestini arrivatio ora ad un punto di collisione e rottura. Ricchi industriali, ghetti sordidi e blindate ville superlusso, tossicomani irrecuperabili e giovani ingenui e innocenti condannati a perdere la speranza. ‘Il resto della notte’ è girato con notevole aderenza alle persone e alle cose, una tangibile realtà che rende credibile la proiezione. La storia ruota intorno ad una ricca famiglia in cui lavora una giovane rumena, la padrona di casa moglie di un industriale di provincia, sofferente da tempo di disturbi nervosi, si convince che la giovane domestica rumena, Maria, sia responsabile della sparizione di alcuni oggetti preziosi nella propria casa. Senza prove, contro la volontà del marito Giovanni e soprattutto della giovane figlia Anna, la donna decide di licenziare su due piedi la giovane.
Maria, dopo un inutile e disperato vagabondare, decide di tornare in casa del suo ex fidanzato, Ionut: l’uomo è da poco uscito di galera e ora condivide un poverissimo appartamento di ringhiera col fratello minore adolescente Victor. Tra Ionut e Maria rinasce una passione.
Purtroppo però i giovani amanti sono i primi ad accorgersi che gli equilibri familiari sono cambiati: Victor guarda con sospetto la neo arrivata Maria, considerandola inaffidabile e dannosa per la serenità del fratello, celando dietro atteggiamenti infantili, una gelosia quasi morbosa per Ionut, accresciuta dalla recente scomparsa della madre.
Questa difficile situazione porterà il film ad un epilogo tragico.