Aldo, Giovanni e Giacomo in commissariato? Impossibile, deve esserci un errore. E poi, quei vestiti da Babbo Natale… Strano, molto, molto strano. Almeno sulla carta. E già perché il trio comico più amato dagli italiani ci ha ormai abituato a tutto. E quando diciamo tutto, intendiamo veramente tutto.
Tre comici? Ma certo, non basta però. Tre infallibili cronisti del nostro tempo. Tre pedinatori delle nostre manie, dei nostri tic quotidiani. Tre meravigliosi trasformisti.
“La banda dei Babbi Natale” è prima di tutto un’iniezione di buonumore. Perché Aldo, Giovanni e Giacomo in fondo sono ormai dei vecchi amici che ci hanno regalato un cinema ironico e appassionato che ha saputo trasformarsi.
Ne “Il cosmo sul comò” si sono superati. E hanno dimostrato che la commedia italiana può dialogare a distanza persino con la mitologia potteriana (i ‘tableaux vivent’ di uno degli episodi del film). Regalandoci uno spaccato dell’Italia, una sintesi potente e penetrante della loro dirompente comicità, una nuova imperdibile galleria di personaggi che non si dimenticano.
Ne “La banda dei Babbi Natale” fanno di più. E, grazie alla straordinaria complicità di Paolo Genovese che li dirige per la prima volta, si mettono in scena con una generosità che non ha quasi eguali nel loro cinema. Tutto parte dal commissariato. E, per l’appunto, dal vestito di Babbo Natale. E la storia diventa un formidabile excursus attraversato da un cinema che fa ridere, riflettere, divertire come pazzi. Senza se e senza ma.
La commedia natalizia di quest’anno abita qui. Impossibile perderla anche grazie a un cast a dir poco eccezionale. Accanto al fantastico trio, citiamo una sempre bravissima Angela Finocchiaro, un’inedita e convincente Mara Maionchi (reduce dai successi di X-Factor), l’intenso Giorgio Colangeli e una chicca a dir poco eccezionale: Cochi Ponzoni.
L’appuntamento con il film delle Feste è in sala…
Fonte: Medusa