Il Convegno dei Centri Interculturali, seminario europeo che si svolge da undici anni in città italiane sempre diverse, promosso dal Centro Come della Cooperativa Farsi Prossimo di Milano, Centro Interculturale Città di Torino e Centro di Documentazione Città di Arezzo, quest’anno a Milano dal 9 all’11 ottobre, organizzato da Provincia di Milano/Settore cultura e Centro Come, ed ha per tema “Convivere nel tempo della pluralità”, che verrà approfondito con contributi di docenti, ricercatori e rappresentanti di enti e associazioni. In appendice a questo ciclo di incontri tutti convergenti ad un unico problema, quella della convivenza pacifica, il 13 ottobre avrà inizio allo Spazio Oberdan e al Gregorianum, sempre a Milano, per 10 giorni, il Sufi Movies, ciclo di lungometraggi, presentati in giro per i vari festivals che per difficoltà di distribuzione non abbiamo potuto apprezzare anche qui in Italia.
Attori
Il pugile e la ballerina: Muscoli, crinoline e amori disattesi
A chi non è mai capitato di perdersi dietro un amore impossibile, passare intere giornate sospirando, pensando all’ultima volta che avete incrociato il suo sguardo che però non comunicava quello che volevate, lo avete avuto vicino ma non potevate sfiorarlo, foto ravvicinate di un’amicizia che non si trasforma mai in grande passione… e lacrime e lacrime? Allora preparatevi emotivamente alla visione del primo lungometraggio di Francesco Suriano “Il pugile e la ballerina“.
Il pugile è un vero pugile, Fabio, con una carriera ormai in declino e la voglia di riscatto sociale, la ballerina è Enzo, un gallerista, smaccatamente gay, esperto del mercato d’arte del novecento. Costretti a vivere insieme per necessità contingenti costruiscono una storia di relazione univoca scandita dall’amore di Enzo e la corrispondente indifferenza di Fabio.
Cinema Trevi incontra Pasquale Squitieri per parlare delle morti bianche
Il tema delle morti bianche, purtroppo è un argomento che viene trattato tutti i giorni. Incidenti e morti sul lavoro sono all’ordine del giorno, giornali e siti ci ripropongono quotidianamente drammatiche notizie dal mondo del lavoro.
A far aprire gli occhi su questa drammatica realtà quotidiana se ne è occupato anche il cinema con film come “La fabbrica dei tedeschi” di Mimmo Calopresti, ricostruzione della tragedia della ThyssenKrupp avvenuta il 5 Dicembre 2007 nel quale morirono 6 operai. Nel film documentaristico gli interpretati (Monica Guerritore, Valeria Golino, Silvio Orlando, Luca Lionello, Rosalia Porcaro, Vincenzo Russo e Giuseppe Zeno) hanno devoluto il proprio ingaggio alle famiglie degli operai periti nella fabbrica.
E di questo argomento se ne è occupato anche anche Pasquale Squitieri, il regista napoletano che durante la 65esima Mostra del Cinema di Venezia ha proiettato lo spot per la sicurezza sul lavoro e contro le morti bianche Morire sul lavoro (2007, 1’8”), commissionato da Edilsicur e da Cgil-Cisl-Uil.
La Buona Regina Anne
Sprezzante del pericolo di essere etichettata come attrice dei buoni sentimenti, Anne Hathaway è stata la protagonista de Il diavolo veste Prada , che avrebbe … Read more
Raoul Bova contro la pena di morte con 15 Seconds
Raoul Bova ha presentato ieri, 7 Ottobre 2008, al Parlamento europeo di Bruxelles il cortometraggio contro la pena di morte 15 Seconds, diretto da Gianluca Petrazzi.
Raoul Bova ha prodotto il film insieme alla moglie Chiara Giordano, in occasione della Giornata europea contro la pena di morte. Obiettivo del documentario è quello di sostenere la Moratoria Universale contro la Pena di Morte, approvata lo scorso 18 dicembre 2007, dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Bova intepreta il ruolo di James, un condannato a morte per omicidio, ma non è chiaro se sia sia davvero colpevole o innocente. Gli 11 minuti del corto vedono Bova ricevere la scossa elettrica e lì seguiranno drammatiche immagini di vere esecuzioni che avvengono in ogni parte del mondo, un distillato di pura barbarie dei nostri giorni, e con le cifre delle esecuzioni capitali del 2007 (5.851, di cui almeno 5.000 in Cina, al secondo posto l’Iran). Le immagini sono commentate dallo scrittore Erri De Luca.
20a edizione Fano International Film Festival
Il FANO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL, cresciuto negli anni in prestigio e interesse nazionale e internazionale (da qui la modifica della denominazione dall’originale Fano Film Festival), fino a divenire un punto di riferimento imprescindibile per i filmmakers, gli addetti del settore e la stampa specializzata, si propone come significativo e qualificante momento di incontro e confronto per tutto il cinema indipendente d’autore italiano e straniero; suo scopo precipuo è promuovere la conoscenza e contribuire alla diffusione di film realizzati da giovani registi che sappiano esprimere temi e soggetti delle nuove sensibilità emergenti e rappresentare, nel contempo, momenti innovativi di autentica ricerca linguistica, formale ed artistica.
In questo senso il Festival ha operato, in passato, individuando e premiando autori e cinematografie emergenti che hanno raggiunto la fama e il successo grazie anche alla vetrina offerta da questa rassegna.
Fra questi Giorgio Comaschi, Ciprì e Maresco, Antonio Rezza, Isabel Gardela, Marco Pozzi, Giuseppe Cederna, Beatrice Macola, Massimo Bonetti, Maria Asiride, Sukri Said, Fabrizia Sacchi, Silvia De Santis, inoltre conferme per personaggi affermati come Nino Castelnuovo, Tiberio Timperi, Luana Colussi, Tiziana Foschi, Remo Girone, Fabio Traversa, Sandra Ceccarelli, Corinna Lo Castro, Daniela Fazzolari, Massimo Dapporto, Ricky Tognazzi, Lorenza Indovina, Paola Pitagora, Alessandro Haber, Jean-Pierre Cassel, Elisabetta Rocchetti, Claudio “Greg” Gregori, Chiara Sani, Enzo Jacchetti, ecc.
La manifestazione, giunta alla 20ª edizione, si svolgerà quest’anno dal 27 Ottobre al 1 Novembre 2008.
The Women: vittorie e sconfitte delle donne di oggi
Che cosa si ottiene quando si combinano un cast esplosivo tutto al femminile guidato da Meg Ryan e Annette Bening, il talento della celebrata produttrice/sceneggiatrice/regista di commedie Diane English (autrice della popolare serie-tv “Murphy Brown”) e la storia senza tempo di un gruppo di amiche a New York ? La risposta è THE WOMEN, una commedia acuta e brillante che racconta l’essere donna oggi, e la forza dei rapporti tra donne. Tratto dal film di George Cukor del 1936, Donne, a sua volta ispirato all’omonima commedia di Clare Boothe Luce, THE WOMEN ci trasporta in un animato angolo di Manhattan, dove si incrociano i mondi dell’editoria, della moda e della finanza. Al centro della storia c’è il personaggio di Meg Ryan, Mary Haines, una donna estremamente emancipata e moderna che all’improvviso si trova a dover fare i conti con un problema eterno: il tradimento del marito. Le amiche si affrettano a prendere subito le sue parti, con in testa la sua migliore amica, Sylvie Fowler, la dinamica direttrice di una rivista, interpretata da Annette Bening. Ma quando Sylvie tradisce Mary in un patto faustiano, l’intero gruppo di amiche resta profondamente scosso, e le due donne dovranno affrontare la rottura più dolorosa di tutte – quella di un’amicizia.
Tenerezza in sala con “Un segreto tra di noi”
In una sua fulminante recensione di “Bonjour Tristesse“, Godard si dimenticò del film. Come? Bypassandolo quasi del tutto. Durante la visione del capolavoro premingeriano si era innamorato. Di un gesto, di una movenza, di un volto. E occupò quelle tre, quattro cartelle dattiloscritte parlando di Jean Seberg.
Un colpo di fulmine, uno di quelli di fronte ai quali non puoi far altro che soccombere.
Lo stesso ci è capitato di fronte a “Fireflies in the Garden“. Che è tante cose insieme. Uno struggente spaccato di una famiglia smembrata, un ficcante romanzo di formazione intriso di umori, una lezione di cinema e di sceneggiatura.
Diverse cosette messe insieme, ma più di tutto e prima di ogni altra cosa ci è parso un’indimenticabile esplorazione di un volto. La precisa mappa geografica di un corpo, anche, e in ultimo un’indimenticabile dichiarazione d’amore ad uno degli interpreti più cruciali del cinema degli ultimi trent’anni.
Mamma Mia! Un musical travolgente!
Meryl Streep e Pierce Brosnan sono i protagonisti di Mamma Mia! The Movie, la storia – in musica – di una madre, una figlia, tre padri, di occasioni perdute e amori in erba, e della miriade di romantiche possibilità nella cornice di un’incantevole isola greca in cui abbondano musica e danze.
Affiancano Streep e Brosnan in questa dolce commedia musicale ricca di sentimenti: Colin Firth (Love Actually, Che pasticcio, Bridget Jones), Stellan Skarsgard (Pirati dei Caraibi: ai confini del mondo, L’esorcita: la genesi), Julie Walters (Ritratto di una donna contro, Harry Potter), Dominic Cooper (The History Boys, Starter for 10), Amanda Seyfried (Mean Girls, Big Love per la TV) e Christine Baranski (Due candidati per una poltrona, Chicago).
Le tre donne che hanno dato vita al grande successo teatrale di Mamma Mia! e cioé la produttrice Judy Craymer, la sceneggiatrice Catherine Johnson e la regista Phyllida Lloyd, hanno portato questa allegra storia musicale sul grande schermo. Il produttore Gary Goetzman (La guerra di Charlie Wilson, The Polar Express, Il mio grosso grasso matrimonio greco) si è unito alla produzione cinematografica
Festival internazionale di Roma. La prima edizione del nuovo corso, quella che trasforma la Festa
La prima edizione del nuovo corso, quella che trasforma la Festa del Cinema in Festival del Film di Roma, apre, all’insegna del cinema italiano proponendo L’uomo che ama di Maria Sole Tognazzi. E affiancandogli nel concorso ben altri 5 titoli nazionali, che arrivano a 20 se si considerano tutte le sezioni della manifestazione. “Un segnale dell’attenzione verso il cinema di casa nostra – come ha ammesso Piera Detassis, coordinatrice della direziona artistica – Abbiamo effettuato delle piccole trasgressioni, delle rotture di luoghi comuni. Oltre ad aprire con un film italiano, cosa insolita che non avevamo mai fatto, abbiamo poi inserito in programma ben quattro commedie e cercato di scoprire se i generi sono declinabili in modo autoriale”. Tra le venti pellicole che il festival presenta in competizione e le sei fuori concorso, suddivise tra Anteprima e Cinema 2008, si ride infatti in varie lingue. Ad esempio con la commedia brillante Easy Virtue dell’inglese Stephan Elliott – stesso regista di Priscilla, la regina del deserto – che grazie a Jessica Biel, Colin Firth e Kristin Scott Thomas porta sullo schermo un testo teatrale di Noel Coward, un apologo sulla lotta di classe e le differenze tra Stati Uniti e Inghilterra, e con il francese Parlez-moi de la pluie di Agnès Jaoui, in cui la regista recita di nuovo al fianco di Jean-Pierre Bacri raccontando di una femminista da poco entrata in politica alle prese con gli affari della madre morta un anno prima. Portano il sorriso anche Si può fare, il film con cui Giulio Manfredonia trasforma Claudio Bisio nel responsabile di una cooperativa che si occupa di matti e il lavoro di Krzysztof Zanussi A Warm Heart, su un uomo che ha bisogno di un trapianto di cuore e sul suo incontro con un giovane aspirante suicida che “potrebbe fare al caso suo”.