Adriano Celentano torna a Venezia per la Biennale con il suo Yuppi Du

In occasione della 65. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (27 agosto – 6 settembre 2008) diretta da Marco Müller e organizzata dalla Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta, avrà luogo al Lido di Venezia uno straordinario evento dedicato al ritorno in Laguna di Adriano Celentano e Claudia Mori. Per il festival del cinema sono stati infatti finalmente ultimati il delicato processo di restauro e il nuovo missaggio delle musiche di Yuppi Du, pellicola diretta nel 1975 da Adriano Celentano e interpretata, oltre che dallo stesso Celentano, da Charlotte Rampling e Claudia Mori, e ambientata in gran parte proprio a Venezia. Erano due anni che la Mostra attendeva il “ritorno a casa” del film che verrà presentato in prima mondiale, in questa nuova versione, il 4 settembre alle ore 22 nella Sala Grande del Palazzo del Cinema, alla presenza del regista, interprete e autore.

Il film, certamente il più importante e rappresentativo della carriera cinematografica di Celentano, è un’opera che, a oltre trent’anni dalla sua anteprima al Festival di Cannes (dove fu molto apprezzato sia dalla critica italiana che da quella straniera), rivela ancora oggi tutta la sua attualità (le morti sul lavoro, la disoccupazione, le difficoltà di vivere al limite della soglia della miseria, l’inquinamento, i cantieri navali e le fabbriche chimiche, la disuguaglianza sociale). Yuppi Du è un’opera inclassificabile e dalla forte carica anticipatrice, caratterizzata da intuizioni folgoranti e da un ritmo stravagante, capace di spaziare dal genere comico al drammatico, dal fiabesco al musicale.

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E venne il giorno…Happening

E venne il giorno” può essere definito un thriller ecologico? Shyamalan: Ogni film che ho diretto è legato ad una preoccupazione che avevo in quel momento. Con “E venne il giorno” viene messa in rilievo la mia preoccupazione per il futuro di questo pianeta. A cosa si è ispirato nella realizzazione di “E venne il giorno”? Shyamalan: Certamente i film degli anni ’50 e ’60 hanno avuto una grande influenza nella realizzazione di “E venne il giorno”. Ho preso molto, ad esempio, da “L’invasione degli ultracorpi”, non tanto nel contenuto, ma nel modo in cui le persone interagiscono con una realtà attorno a loro che non riconoscono più. Si ha paura insomma dal cambiamento dei comportamenti delle persone che conosciamo bene. Se le persone a noi familiari iniziano a comportarsi in maniera diversa dal normale, si ha paura perché non si ha più sotto controllo la realtà che ci circonda. Casualmente poi nella scelta della scena dei titoli iniziali, mi sono trovato a fare una citazione proprio al film “L’invasione degli ultracorpi”. Tra le tante scene che ho visionato, per caso ho scelto la stessa, quella delle nuvole. Questo vuol dire che ci sono immagini nel nostro inconscio che generano paura senza sapere il perché. In molti suoi film ci sono personaggi che perdono la fede ma poi la ritrovano per un evento soprannaturale o per un incontro decisivo. Anche in questo film c’è una coppia che ritrova la fede che inizialmente aveva perso. Che tipo di fede è? Una fede religiosa, una fede laica? Che tipo di rapporto ha lei con la fede?

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