Un paria milionario nell’India dei telequiz

Il regista del discusso Trainspotting e Piccoli omicidi tra amici, Danny Boyle, torna sugli schermi con il film The millionaire, cambiando ancora una volta genere e ambientazione. Il film, distribuito dalla Lucky red, arriverà nelle sale italiane il 5 dicembre, portando con se un pò di Bollywood e un pò di mondo televisivo.
Lo sceneggiatore Simon Beaufoy ha adattato per lo schermo il romanzo dello scrittore Vikas Swarup, dal titolo “Le dodici domande” che indaga sulla sottile linea che separa la povera gente dai ricchissimi in un’India fatta di gravi ineguaglianze sociali.
Il film, come il romanzo, racconta di un giovane paria indiano che partecipa al gioco a quiz più famoso del mondo “Il milionario”, per vincere venti milioni di Rupie e finalmente abbandonare la sua vita da povero cameriere della periferia degradata di Mumbay.
Arrivato all’ultima delle 12 domande viene arrestato perché gli autori e il conduttore della trasmissione, anch’egli un paria, non credono nella sua buona fede ma anzi che abbia imbrogliato per vincere la grossa somma di denaro. Inizia così un viaggio a ritroso nel tempo che ci accompagna nella scoperta della vita di questo giovane indiano, ci fa conoscere i luoghi dove ha vissuto e le persone che ha amato tra cui la sua ragazza ormai perduta.

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La Cucinotta produce 12 nuovi talenti

Il 5 dicembre esce nei cinema italiani, in 70 copie per la Medusa, un film co-prodotto ed interpretato da Maria Grazia Cucinotta dal titolo Io non ci casco.
L’attrice siciliana si è avventurata in questo nuovo ruolo da produttrice, convinta anche dal regista del film Pasquale Falcone della assoluta necessità di realizzare questo suo piccolo sogno. Aprire un nuovo discorso sul mondo giovanile, soprattutto quello post adolescenziale, troppe volte dimenticato, sottovalutato o peggio scimmiottato come nel caso dei film scamarciani tratti dai romanzi di Moccia.
La storia nasce intorno ad un avvenimento tragico, il protagonista diciassettenne resta vittima di un incidente motociclistico che lo costringe in un coma profondo ed irreversibile. Il suo letto d’ospedale diventa così il centro della vita dei suoi genitori, degli amici e dei compagni di scuola che con difficoltà e coraggio cercheranno di costruire una nuova vita, nuovi rapporti e nuove speranze.

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La fidanzata di papà: il nuovo, spassosissimo film di Massimo Boldi

Massimo Boldi è al timone del nuovo cinepanettone di questo fine 2008, un racconto che si sviluppa tra un alberghetto di montagna e lo scenario di Miami, nella più classica ma anche più allegra delle incursioni nel gioco degli equivoci, delle gelosie e degli amori complicati come la nascita di un bimbo nero da una coppia di bianchi.
Dopo il grande successo della commedia di Claudio Risi “Matrimonio alle Bahamas“, uscita a Novembre del 2007 con un incasso di ben 12 milioni di euro, Massimo Boldi ha pensato a una nuova storia comica in grado di rinnovare quel consenso ottenuto da un pubblico molto eterogeneo, rivelatosi non troppo diverso da quello dei film natalizi.
Questo nuovo film nasce da una situazione che in qualche modo appartiene a Boldi. E così ha raccontato l’idea a Enrico Oldoni che l’ha poi sviluppata in un copione scritto con Paolo Costalla e a cui Boldi ha collaborato personalmente facendo uscire fuori un film originale, con un plot completo e moderno.

Nel cast oltre a Massimo Boldi troviamo Simona Ventura, Enzo Salvi, Biagio Izzo, Nino Frassica, Martina Pinto, Elisabetta Canalis, I Fichi d’ India, Davide Silvestri, Loredana De Nardis, Teresa Mannino, Aurora Quattrocchi, Natalia Bush e Alessandra Barzaghi.

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The Burning Plan: un dolce girotondo di frammenti di vita

Guillermo Arriaga: un genio che la critica ha definito uno dei più grandi narratori contemporanei. Uno capace di incidere sul suo tempo, di lasciare un segno che resta. Un artista in grado di ‘testimoniare’. Prima nero su bianco, nei suoi straordinari romanzi. Poi al cinema, questa volta con The Burning Plan – Il confine della solitudine.
La vita di Guillermo Arriaga (classe 1958) sembra strappata dalle viscere di uno dei suoi indimenticabili personaggi. Nasce a Città del Messico, cresce fra privazioni e botte in un quartiere dimenticato da Dio e dagli uomini. Ne prende talmente tante da perdere l’olfatto. Ma il profumo amaro della strada non lo scorderà mai. L’unico modo per continuare a (r)esistere è immaginare che il mondo non finisca lì.
Immaginare che da qualche altra parte del mondo le cose vadano diversamente.
I suoi primi testi Arriaga se li scrive con la penna della fantasia nel grande libro del cuore. E capisce subito una cosa. Riportare su carta la vita è impossibile. Troppo complessa, troppo sfaccettata, troppo multiforme. E allora scatta la domanda da un milione di dollari: come prenderla questa maledetta e meravigliosa esistenza? Da che parte afferrarla? La risposta è chiara e semplice: abbracciandola in toto. E rinunciando subito ad ogni tipo di linearità.
E’così che il suo stile (venuto prepotentemente fuori già dai primi testi) muta in un gran bel groviglio di scivoli temporali, puzzle spaziali e sguardi bruciati dall’assoluto.

Guillermo parte dalla terra e punta verso il cielo.
E Inarritu (uno dei registi contemporanei più necessari), innamorandosi del suo sguardo sul mondo e sulle cose, gli affida gli script di “Amores perros“, “21 grammi” e “Babel” (col quale Arriaga vince il premio Oscar).
Intanto lo scrittore messicano medita sul suo futuro e fa un pensierino: passare dietro la macchina da presa. Ma prima butta giù lo scipt de “Le tre sepolture“, magnifico esordio alla regia di Tommy Lee Jones e capisce che in fondo si tratta di un passaggio automatico, spontaneo, naturale. Ottima idea.
Eccoci allora a “The Burning Plain“, presentato con straordinario successo di pubblico e critica allo scorso Festival di Venezia.

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Frontiers: preparatevi al peggio!

Xavier Gens, un regista desideroso di cambiare il panorama della cinematografia francese ci promette brividi e alta tensione con il suo nuovo film Frontiers, in uscita nelle nostre sale il 7 Novembre.

Una banda di ragazzi si ritrova a scappare dalla polizia. Durante la fuga il gruppo si divide e quattro di loro fuggono verso la frontiera riuscendo a rifugiarsi vicino al confine con il Belgio in un ostello semi abbandonato. L’atmosfera malsana del caseggiato fa capire subito ai ragazzi che qualcosa non va…L’ostello è gestito da due sorelle che hanno un rapporto morboso e da un anziano ex-colonnello dispotico ed autoritario. Ospite fissa è una giovane donna che si veste e parla come fosse ancora una bambina di 11 anni. La situazione in principio provoca nei ragazzi una reazione spavalda e aggressiva nei confronti di quelle persone così strane, ma il clima insano che si respira nell’ostello li convince ad andarsene al più presto. Ma ormai è troppo tardi…Inizieranno una serie di torture indicibili nei confronti dei ragazzi che porteranno allo scioccante finale… Non c’è dolore abbastanza forte da saziare quei pazzi psicopatici…

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Un gioco da ragazze: un inquietante lato oscuro dei giovani d’ oggi

Il 7 Novembre Rai Cinema e Colorado Film presentano Un gioco da ragazze, un film diretto da Matteo Rovere con Chiara Chiti, Nadir Caselli, Desireé Noferini e Filippo Nigro.

Elena (Chiara Chiti), Michela (Desirèe Noferini), Alice (Nadir Caselli) e Livia (Chiara Paoli), diciassette anni: belle, ricche e senza problemi.
Nate e cresciute in seno all’alta borghesia di una ricca città di provincia italiana, sono le figlie delle quattro famiglie maggiormente in vista.
Estremamente fashion addicted, fissate con la dieta e con l’aspetto fisico, spendono le loro giornate tra shopping di lusso, ragazzi, feste in locali esclusivi e scuola.
Ma tutto per loro è già vecchio e noioso: genitori, istituzioni, amici, nulla sembra avere un reale significato, e vivono ogni cosa in modo superficiale, senza pensare alle possibili conseguenze dei loro comportamenti.
Abituate a ottenere tutto e subito, si spingono a chiedere sempre di più.
Elena incarna la leader del gruppo: magnetica, intelligente, sicura. Per lei l’amicizia rappresenta unicamente uno strumento di potere con cui esercitare controllo sulle altre.
Ma un giorno Mario Landi (Filippo Nigro), il nuovo professore, entra nella vita della ragazza, cercando di cambiare qualcosa, e inconsapevolmente ne diventa un gioco…

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Elio Germano perso in un passato straniero

Chissà se il passaggio alla versione cinematografica restituisca il carattere corposo del romanzo di Gianrico Carofiglio, Il passato è una terra straniera con la regia di Daniele Vicari. Ce lo sapranno dire quelli che lo vedranno in anteprima alla festa del cinema di Roma, visto che è uno dei film italiani in concorso. Dopo i primi due romanzi dello scrittore togato barese che hanno subito una traduzione/riduzione televisiva ad opera di Alberto Sironi, lo stesso regista di alcune puntate del Commissario Montalbano, trasmesse da Mediaset, tocca al suo terzo romanzo che vede come protagonisti Elio Germano, Michele Riondino e Chiara Caselli. La 01 distribuzione ha fornito ben 170 copie per l’uscita nelle sale italiane programmata per il 31 ottobre.

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Cine Campus, lezioni di cinema

Con l’ambizione che possa diventare, dal prossimo anno, una sorta di “Talent Campus” sulla falsariga di quelli organizzati dalla Berlinale, è stata presentata oggi la prima edizione di CineCampus-Lezioni di Cinema: full immersion di quattro giorni, dal 24 al 27 ottobre, tra “master class e workshop” realizzati da Roma & Lazio Film Commission, all’interno del Festival Internazionale del Film di Roma,e realizzato in collaborazione con il Mercato Internazionale del Film/The Business Street. Diciotto giovani talenti residenti nel Lazio, scelti tramite bando di concorso e con almeno una piccola esperienza del settore, parteciperanno a un master allestito negli spazi della Film Commission all’Auditorium Parco della Musica all’interno della GreenHouse. Quattro giorni di corsi intensivi condotti da “insegnanti” tra i quali Edgar Reitz e Marco Risi per la regia, Marco Onorato per la fotografia, Claudio Napoli di Proxima per gli effetti speciali, Pier Paolo Zerilli di Medusa per il pitching, Amedeo Pagani o Marco Valerio Pugini per la produzione esecutiva. Al termine di CineCampus, organizzato in collaborazione col Polo Formativo del Cinema e dell’Audiovisivo della Regione Lazio e dell’International Film Workshop Academy (InFWA), saranno mostrati anche i lavori realizzati al termine del primo stage di cinema di giovani italiani a Berlino che nasce tra i primi frutti della collaborazione tra Film Commission Roma & Lazio e Medienboard di Berlino. CineCampus-Lezioni di Cinema è un progetto finalizzato alla “costruzione di nuovi profili professionali e di nuove strade per la conoscenza” come l’ha definito Giulia Rodano, assessore alla Cultura della Regione Lazio.

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L’uomo che ama, Carmen che canta

Non più figlia d’arte, come spesso si usa dire di chi è nel posto giusto per il motivo sbagliato, Maria Sole Tognazzi ci presenta una storia di amore adulto per adulti, per chi non si nasconde più sull’isola che non c’è ma vive in prima persona soprattutto l’abbandono, perché alla gioia ci sappiamo abituare tutti. E’ L’uomo che ama in uscita il 24 ottobre in tutte le sale italiane.
Roberto (Pierfrancesco Favino) è un uomo non ancora quarantenne che vive due storie d’amore diverse, in due momenti differenti nel tempo. Con Sara (Ksenia Rappoport, l’intensa protagonista de La sconosciuta di Tornatore), vicedirettrice di un albergo del centro, e con Alba (Monica Bellucci), che si occupa di allestimenti in una galleria d’arte contemporanea. Il gioco dell’amore lo porta a ricoprire nelle due storie ruoli opposti, a sperimentare sia la dolcezza sia la crudeltà dell’amore, e sopra ogni altra cosa la forza prepotente di un sentimento a cui nessuno riesce a resistere. Ma come si fa a gestire una storia d’amore, tormentata o naturale che sia, dove risiede la verità sull’amore.

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