La Sardegna al New York Film Festival, “Sardegna, quasi un continente”

Dal 22 al 28 settembre la Sardegna sarà a New York con un quadro di appuntamenti molto più articolato rispetto allo scorso anno; un ciclo di eventi fra cinema, musica, fotografia, enogastronomia. Per il secondo anno consecutivo l’Assessorato del Turismo della Regione Sardegna è co-main sponsor del prestigioso New York Film Festival, in programma al Lincoln Center dal 26 settembre al 12 ottobre. La Sardegna sbarca per il secondo anno consecutivo a New York. E lo fa con un ciclo di eventi importanti che avrà come palcoscenico la Grande Mela, in una settimana, dal 22 al 28 settembre, divisa fra cinema, musica, fotografia, enogastronomia. Se nel 2007 la Regione era stata sponsor del New York Film Festival, quest’anno la presenza dell’Isola in terra americana è inserita in un quadro di appuntamenti molto più articolato. “Sardegna a New York – Sardegna, quasi un continente”, questo il titolo dell’iniziativa, che riprende la frase con cui lo scrittore Marcello Serra titolò la sua opera più famosa, trovando una mirabile sintesi per descrivere la bellezza e l’unicità dell’Isola. E non a caso il brand della Regione Sardegna a New York risalta con quelle stesse parole: “Sardinia, almost a continent”. L’iniziativa rientra in una serie di azioni pianificata dall’Assessorato regionale del Turismo, finalizzata alla promozione e al posizionamento della Sardegna sul mercato statunitense come “destinazione di eccellenza” nell’area dei paesi del Mediterraneo.

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Al via la quarta edizione di Saturno International Film Festival

Parte oggi 22 settembre, la quarta edizione del Saturno International Film Festival, rassegna del cinema e del racconto storico unica al mondo, con anteprime in concorso e rassegne monografiche.
Il Festival affronta il rapporto fra il Cinema e la Storia – antica, moderna e contemporanea – offrendo al pubblico film capaci di raccontare le trasformazioni: Il cinema storico supera, quindi, le categorie del “genere” per essere letto come cinema di modernità, di passione, di slancio epico, civile, politico. E per affermarsi come strumento di conoscenza e di riflessione sul Passato, alimentando quella memoria storica che è indispensabile per comprendere il Presente e costruire il Futuro.
PERCHÉ SATURNO?
Il Festival si svolge in una terra di grande storia: ad Alatri e nelle terre del basso Lazio dove il mito vuole che Chronos trovasse dimora dopo essere stato cacciato dall’Olimpo, diventando il dio Saturno dei Latini.

Ogni anno il festival ha affrontato temi di delicata importanza storica e di attualità: nel 2005 il rapporto fra Occidente e Islam, nel 2006 quello fra Occidente e Africa, declinato sia nella retrospettiva sulla Guerra d’Etiopia, sia nei suoi sviluppi culturali di oggi. Una tendenza di analisi storica che è stata replicata in una retrospettiva sulla Guerra civile spagnola del ’36-’39, accompagnata da un seminario di quattro giorni a cui hanno partecipato i maggiori studiosi italiani della materia.

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Prima Nazionale dell’ultimo film di Emir Kusturica: “Promettimi”

La Prima nazionale del film che Emir Kusturica ha presentato al Festival di Cannes 2007 ha avuto luogo nella sempre più prestigiosa cornice del Festival della Filosofia che si è svolto a Modena/Carpi/Sassuolo il 19, 20 e 21 settembre e che quest’anno ha avuto come argomento cardine “la Fantasia”.
Quale miglior esempio di cinema fantastico, non nell’accezione di fantascientifico ma in quello di fantasmagorico, se non la potenza visionaria e colorata di Kusturica? 130 minuti di inseguimenti, sparatorie, innamoramenti e le solite baraonde musicali balcaniche.
La storia ha come protagonista un ragazzino di nome Tsane, che vive in piccolo villaggio rurale della nuova Serbia post-bellica con il nonno, un contadino visionario con la passione per le diavolerie della meccanica e la loro vacca Cvetka. Quando il nonno sente prossima la morte, chiede al giovane nipote tre promesse: andare in città, vendere la vacca, con il ricavato comprare un’icona di S. Nicola e un souvenir e trovarsi una moglie. Il viaggio di Tsane verso la maturità e la scoperta dell’amore ma anche della crudeltà lo renderà più determinato e libero.
I compagni di viaggio impersonificano il male, banditi pazzi e pasticcioni, e il bene, i loro soci che alla fine si redimono in nome di una vecchia amicizia. E tra il bene e il male la confusionaria bellezza della spontaneità e dell’allegria contagiosa delle musiche tzigane, forse questa volta troppo presenti.

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Torna il ritorno de La Mummia: La Tomba dell’ Imperatore Dragone


Dal regista di “The Fast and the Furious” e “Trecento” e dagli autori di “Spiderman 2” arriva il nuovo capitolo dell’entusiasmante saga della Mummia.
La Mummia – La tomba dell’Imperatore Dragone è il terzo capitolo di una saga iniziata nel 1999 con La mummia e proseguita nel 2001 con La mummia – Il ritorno. Nel 2002 è stato prodotto uno spin-off della serie, Il Re Scorpione.
La vicenda questa volta si sposterà in Cina e il nuovo cattivo sarà la mummia dell’Imperatore cinese Quin Shihuang.

Brendan Fraser torna a vestire i panni di Rick O’Connel, stavolta in viaggio attraverso l’Asia, dalle oscure catacombe dell’antica Cina ai torreggianti ghiacci dell’Himalaya.
Per un’antica maledizione suo figlio Alex (l’esordiente Luke Ford) ha risvegliato la mummia dell’Imperatore Han e il suo esercito di terracotta: 10000 guerrieri intrappolati da millenni dentro l’argilla. Gli O’Connel dovranno affrontare incredibili pericoli per fermare la mai appagata sete di dominio dell’Imperatore Dragone che appena risorto ha acquistato poteri sovrannaturali.

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A prova di spia: risultato storico per i fratelli Coen

Weekend sotto il segno dei fratelli Coen: “A prova di spia” (Burn After Reading), il film presentato fuori concorso e che ha aperto la 65ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, spopola nei cinema italiani e con quasi 2 milioni di euro (1.951.041) segna il miglior esordio di sempre di un film dei Coen nel primo weekend di programmazione.

Continua inarrestabile anche l’affermazione del ‘papà di Giovanna‘ di Pupi Avati che con l’ottimo risultato del fine settimana supera i 2 milioni di euro. Un successo ‘in progress’…

E che dire dei fratelli Coen? Se non ci fossero, qualcuno dovrebbe inventarli. Magari il buon vecchio Sam Elliott, mentre al bancone di un bar sperduto da qualche parte in America, racconta le straordinarie storie di drughi, droghe non proprio leggere e palle da bowling pronte a trascinare via birilli e vite. Come niente fosse.
Ed è come niente fosse che questi due geniali fratelli del Minnesota, cresciuti a pane e (buon) cinema si sono trasformati negli anni in straordinari e impagabili affabulatori, narratori di un’America in bilico fra centro e provincia, sangue e neve, conoscenza e profonda stupidità.

Il nostro incipit, strappato dalle pieghe deliranti de “Il grande Lebowski“, è soltanto un modo per sottolineare ancora una volta che quello dei Coen non è mai esercizio di stile punto e basta, ma osservatorio illuminante e al tempo stesso racconto che trae la sua ragione d’essere dalla condivisione.
Inutile cantare le meravigliose e terribili contraddizioni dell’America profonda senza guardare dritto agli occhi lo spettatore. Impossibile rispolverare la commedia sofisticata (“Prima ti sposo, poi ti rovino“, “Mister Hula Hoop“), senza raccontare fra le righe qualcosa di noi, qualcosa dell’oggi.
Provocatori, acidi, sarcastici, ma al tempo stesso profondamente umanistici. I Coen raccontano l’uomo. Quello incurvato dal tempo e dalla sabbia del deserto (il magnifico Lee Jones del finale di “Non è un paese per vecchi“), quello incastrato in storie (e vite) più grandi di lui.

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MFF seconda ed ultima puntata. Vincitori e vinti

IL FATTO. Il lungometraggio vincitore della tredicesima edizione del Milano Film Festival 2008 è il film è Ainda Orangutans del brasiliano Gustavo Spolidoro. Nella città di Porto Alegre si incrociano otto storie, lontane tra loro ma accomunate da un senso di irrealtà e di straniamento che da all’intero film un carattere surreale, Buñuel rivisitato in chiave metropolitana.
Un turista giapponese assiste alla morte improvvisa della fidanzata su un autobus, due lesbiche ingaggiano una lite con un Babbo Natale sui generis, due amanti, rapiti dal demone della passione, abbandonano ogni freno inibitorio lanciandosi in un vortice senza fine. Ciò che apparentemente rende estranee le otto storie, la loro genesi e la loro conclusione, si costruisce invece su ciò che le accomuna, una focalizzazione personalissima e concentrata rivelata dal lungo piano sequenza che fa di questo film un percorso ad ostacoli su un’unica linea rossa.

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