Il 23 ottobre esce “Lebanon”, film vincitore del Leone d’Oro a Venezia

Questo venerdì esce nelle sale italiane “Lebanon“, l’interessante film diretto e sceneggiato da Samuel Maoz e vincitore del Leone d’Oro alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2009.

Ecco la trama del film “Lebanon“:
Prima guerra del Libano, giugno 1982. Un carro armato e un plotone di paracadutisti vengono inviati a perlustrare una cittadina ostile bombardata dall’aviazione israeliana. Ma i militari perdono il controllo della missione, che si trasforma in una trappola mortale. Quando scende la notte i soldati feriti restano rinchiusi nel centro della città, senza poter comunicare con il comando centrale e circondati dalle truppe d’assalto siriane che avanzano da ogni lato.

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“Bastardi senza gloria” di Quentin Tarantino esce al cinema il 2 Ottobre

Un misto di “pulp” e propaganda in ugual misura, in “Bastardi senza gloria” di Quentin Tarantino s’intrecciano le storie esagerate degli oppressi e gli infami della Seconda Guerra Mondiale.

La trama del film “Bastardi senza gloria

Durante il primo anno dell’occupazione tedesca in Francia, Shosanna Dreyfus (Mélanie Laurent) è testimone dell’uccisione della propria famiglia per mano del Colonnello Nazista Hans Landa (Christoph Waltx). Shosanna si salva per miracolo e scappa in Francia, dove assume una nuova identità come proprietaria ed operatrice di un cinema. Altrove in Europa, il Luogotenente Aldo Raine (Brad Pitt) prepara un gruppo di soldati Ebrei-Americani per compiere azioni di rappresaglia rapide e scioccanti.

Successivamente conosciuti dai loro nemici come i “bastardi”, il gruppo di Raine unisce le forze con l’attrice tedesca e agente segreta Bridget Von Hammersmark (Diane Kruger) in una missione per eliminare i vertici del Terzo Reich. I loro fati s’incontreranno sotto il tendone del cinmea, dove Shosanna aspetta per portare a termine il suo piano personale di vendita.

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Ritorno a Katyn

Anche se girato nel 2007 e presentato a molti festival internazionali nello scorso anno, solo adesso Katyn arriva nelle sale cinematografiche. Una sorta di passaggio obbligato tra le trame della burocrazia o volontà di farlo cadere nel dimenticatoio, questo film racconta la ricerca di verità a costo della propria libertà o peggio della vita.

Il 17 settembre 1939 la Polonia viene invasa. Da ovest dalle truppe di Hitler e da est dall’Armata Rossa. 18.000 ufficiali dell’esercito, 230.000 soldati e 12.000 ufficiali di polizia vengono arrestati dai russi. Tutti i graduati vengono portati in campi di concentramento e nella primavera del 1940, su espresso ordine di Stalin, 15.000 di loro vengono uccisi con un colpo alla nuca e seppelliti in fosse comuni nella foresta vicino a Katyn. I tedeschi scopriranno le fosse nell’aprile del 1943 ma i russi scaricheranno su di loro la colpa del massacro. Solo nel 1990 per la prima volta ammetteranno la responsabilità.

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L’operazione Valchiria poteva salvare il mondo

27 gennaio, e la memoria ci aiuta a non dimenticare cià che è accaduto in Europa ormai sessant’anni fa. Il cinema ci aiuta a ricordare che non tutti erano impazziti, c’era chi ha cercato inutilmente di porre fine a quella barbarie, a quel sogno purificatore di un freddo e lucido statista dell’orrore. Questa in sintesi la trama del film Operazione Valchiria del regista Bryan Singer, interpretato da un Tom Cruise particolarmente credibile. Un film importante per la testimonianza di valore di alcuni protagonisti della seconda guerra mondiale, anche all’interno delle gerarchie tedesche, con un cast importante; oltre Cruise ci sono, Kenneth Branagh, Terence Stamp, Bill Nighy e Carice van Houten.

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Defiance: raccontare il coraggio nel giorno della memoria

27 gennaio. Anche quest’anno la memoria è il filo conduttore di questa giornata. La memoria delle vittime dell’Olocausto, ma a me sembra riduttivo, ci guida alla scoperta di grandi e piccole storie di umanità, di crudeltà di amore e di vergogna. In ogni parte d’Italia e d’Europa tante sono le manifestazioni, i progetti e le attività che ci ricordano, appunto quanto sia facile perdere d vista il rispetto per la vita altrui. Anche il cinema ha spesso affrontato questo argomento, ha raccontato esempi e vicende legate alla seconda guerra mondiale e alla barbarie nazista. Quest’anno proprio in occasione di questa ricorrenza esce nelle sale italiane il film Defiance – I giorni del coraggio, del regista americano Edward Zwick, che da assistente di Woody Allen passa all’attività di produttore e poi regista di film come, Vento di passione e Il coraggio della verità.
Il film ha come protagonista Daniel Craig nei panni di Tuvia Bielski, uno dei tre fratelli sfuggiti ai massacri dei nazisti in Polonia nel 1941. Il film racconta una vicenda realmente accaduta e da un forte messaggio di solidarietà e di giustizia, quella degli uomini che credono nel valore della libertà e della vita.

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Assessore alla Cultura Regione Toscana Paolo Cocchi vede l’anteprima del film “Miracolo a Sant’Anna”

“Miracolo a Sant’Anna” servirà anche ad accendere nuova memoria”. Firenze «Un film non è un saggio storico, da una fiction non ci si può attendere precisione scientifica come bene ha dimostrato anche Roberto Benigni con un capolavoro di poesia per raccontare ciò che di meno poetico può esistere, un campo di concentramento: i film stanno su un terreno diverso, quello che unisce passione e commozione nutrendosi anche di invenzione, il terreno della poesia e, in certi casi, anche dell’impegno civile». Così Paolo Cocchi, assessore alla Cultura in Regione Toscana, a margine dell’incontro “Cinema e Memoria” voluto all’Altana di Palazzo Strozzi dalla Regione – con Fondazione Mediateca, Fondazione Monte Paschi di Siena e Istituto di Scienze Umane – nella giornata che, a Firenze, vede l’anteprima del film “Miracolo a Sant’Anna”. Sia il regista («Attraverso questo film molti americani si renderanno conto che c’è stata una Resistenza anche in Italia», ha detto Spike Lee) che lo sceneggiatore e autore del romanzo («Come americano nero non posso che rispettare i partigiani», ha aggiunto James McBride) hanno usato parole di rispetto per il movimento dei partigiani. Entrambi hanno invitato a riflettere sul fatto che che si tratta di una fiction («Sono uno scrittore commerciale di romanzi storici – ha precisato McBride – e ho dovuto trovare un modo per presentare questa storia al mondo: osservando la croce sulla sommità della chiesetta di Sant’Anna, Dio mi ha dato l’idea del miracolo»).

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Mongol: La storia di Gengis Khan


Mongol racconta la storia di Gengis Khan. Dalla sua difficile infanzia, fino alla battaglia che segnerà il suo destino. Bodrov ne traccia un ritratto complesso che lo dipinge non più come un mostro ma come un condottiero nobile, impavido e visionario. In questa sua straordinaria epopea storica, il regista russo Sergei Bodrov (Il prigioniero del Caucaso) racconta la vita e la leggenda di Gengis Khan. Basato su autorevoli documenti storici e scritto da Bodrov con Arif Aliyev, Mongol ripercorre i drammatici e tormentati primi anni del sovrano nato nel 1162 col nome di Temugin – dalla sua difficile infanzia, fino alla battaglia che segnerà il suo destino – facendone un ritratto complesso che lo dipinge non più come lo spietato mostro dello stereotipo, ma come un nobile condottiero impavido e visionario. Mongol racconta la storia di un uomo straordinario, svelandoci il fondamento su cui poggiava gran parte della sua grandezza: il rapporto con la moglie Borte – grande amore della sua vita, e sua più fidata consigliera. Girato nei veri luoghi che hanno dato i natali a Gengis Khan, Mongol ci trasporta in un periodo lontano ed esotico della storia del mondo, in paesaggi nomadi fatti di spazi infiniti, estremi climatici e pericoli sempre in agguato.

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