Madagascar 2: negli Stati Uniti incassi da record!

Debutto ai vertici per Madagascar 2. Il sequel di DreamWorks infatti è arrivato nelle sale Usa finendo subito al primo posto al botteghino con un incasso di 63,5 milioni per Escape 2 Africa. In questo nuovo episodio Alex il leone, Marty la zebra, Melman la giraffa e Gloria l’ippopotamo, decisi a lasciare il Madagascar per tornare a New York, si lasceranno convincere dai pinguini ad attuare un piano così folle che potrebbe funzionare davvero. Una speranza che non durerà a lungo! Precipitati nel bel mezzo dell’Africa nera a bordo di un aereo improvvisato, i nostri amici scopriranno i luoghi delle loro origini. Qui si troveranno faccia a faccia con tutte le differenze tra la giungla reale e quella di cemento in cui hanno sempre vissuto. Ma a parte i rivali in amore e gli schemi di caccia, l’Africa sembra proprio un gran bel posto. Vorranno ancora tornare a Central Park?

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La fidanzata di papà: il nuovo, spassosissimo film di Massimo Boldi

Massimo Boldi è al timone del nuovo cinepanettone di questo fine 2008, un racconto che si sviluppa tra un alberghetto di montagna e lo scenario di Miami, nella più classica ma anche più allegra delle incursioni nel gioco degli equivoci, delle gelosie e degli amori complicati come la nascita di un bimbo nero da una coppia di bianchi.
Dopo il grande successo della commedia di Claudio Risi “Matrimonio alle Bahamas“, uscita a Novembre del 2007 con un incasso di ben 12 milioni di euro, Massimo Boldi ha pensato a una nuova storia comica in grado di rinnovare quel consenso ottenuto da un pubblico molto eterogeneo, rivelatosi non troppo diverso da quello dei film natalizi.
Questo nuovo film nasce da una situazione che in qualche modo appartiene a Boldi. E così ha raccontato l’idea a Enrico Oldoni che l’ha poi sviluppata in un copione scritto con Paolo Costalla e a cui Boldi ha collaborato personalmente facendo uscire fuori un film originale, con un plot completo e moderno.

Nel cast oltre a Massimo Boldi troviamo Simona Ventura, Enzo Salvi, Biagio Izzo, Nino Frassica, Martina Pinto, Elisabetta Canalis, I Fichi d’ India, Davide Silvestri, Loredana De Nardis, Teresa Mannino, Aurora Quattrocchi, Natalia Bush e Alessandra Barzaghi.

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Frontiers: preparatevi al peggio!

Xavier Gens, un regista desideroso di cambiare il panorama della cinematografia francese ci promette brividi e alta tensione con il suo nuovo film Frontiers, in uscita nelle nostre sale il 7 Novembre.

Una banda di ragazzi si ritrova a scappare dalla polizia. Durante la fuga il gruppo si divide e quattro di loro fuggono verso la frontiera riuscendo a rifugiarsi vicino al confine con il Belgio in un ostello semi abbandonato. L’atmosfera malsana del caseggiato fa capire subito ai ragazzi che qualcosa non va…L’ostello è gestito da due sorelle che hanno un rapporto morboso e da un anziano ex-colonnello dispotico ed autoritario. Ospite fissa è una giovane donna che si veste e parla come fosse ancora una bambina di 11 anni. La situazione in principio provoca nei ragazzi una reazione spavalda e aggressiva nei confronti di quelle persone così strane, ma il clima insano che si respira nell’ostello li convince ad andarsene al più presto. Ma ormai è troppo tardi…Inizieranno una serie di torture indicibili nei confronti dei ragazzi che porteranno allo scioccante finale… Non c’è dolore abbastanza forte da saziare quei pazzi psicopatici…

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Di mamma ce n’è una sola?

Ferragosto di ferie, di viaggi e di vacanze, ma non per loro. Queste quattro arzille vecchiette, alla soglie dei novanta, deluse probabilmente dal comportamento dei propri figli cercano in tutti i modi di trovare un luogo dove trascorrere questi giorni di solitudine ma anche un luogo dove sentirsi accettate, in un certo senso volute. Il pranzo di ferragosto è il momento migliore per parlare di questo problema che ormai si è radicato in ogni strato sociale, nessuno escluso. Una ad una arrivano in casa di Gianni, che vive ormai solo con una madre ingombrante ed iperprotettiva, nonostante l’età, la mamma e la zia dell’amministratore condominiale e la mamma del medico-amico di famiglia. Qui, in due giorni, monopolizzano la quotidianità del povero Gianni che dovrà, a malincuore, sottostare ai loro capricci di bambine un pò cresciute e alle loro continue richieste di attenzione. Il ferragosto è trascorso, il pranzo è stato piacevole, i dissapori contingenti si sono risolti e finalmente Gianni potrebbe riacquistare il suo tempo e la sua casa, ma le quattro ospiti hanno bisogno di lui, di unire le loro rispettive solitudini, di prolungare quanto più è possibile questo tempo di allegria e di diletto.

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Tiffany e i tre briganti: la fiaba diventa film

Tratto dal classico della letteratura per ragazzi esce in Italia il 7 Novembre I tre briganti di Tomi Ungerer (oltre 2 milioni di copie vendute in tutto il mondo). Questo meraviglioso film di animazione riesce a combinare poesia, immaginazione e incanto con un irresistibile tocco di impudenza e anarchia infantili.
È la prima volta che viene tratto un lungometraggio da un’opera del noto autore e illustratore Tomi Ungerer. Le richieste nel passato erano state molte ma Ungerer non aveva mai avuto tanta fiducia in qualcuno da consentirgli di portare una delle sue favole sul grande schermo, in un film di animazione. Fino a oggi…Per il produttore Stephan Schesch (Il cane giallo della Mongolia, Werner- mangia la mia polvere!) portare I tre briganti sul grande schermo è stata la realizzazione del sogno di una vita. «Conosco e amo questo libro fin da bambino. l’avrò letto ai miei figli almeno tremila volte. ogni volta che lo leggevo, provavo un desiderio sempre più forte non solo di adattarlo per il cinema, ma di farne un film assolutamente speciale.»

La trama
C’erano una volta tre spietati brigantacci vestiti di lunghi mantelli e cappellacci neri, che, armati fino ai denti con un fucile a tromba, un soffietto a pepe e un’ascia rossa, depredavano carrozze accumulando immense ricchezze. E c’era una volta un’orfanella di nome Tiffany che a bordo di una carrozza, nel buio della notte si dirigeva verso l’orfanatrofio. Un tetro castello tra i monti., dove la direttrice, la Maestra Cattiva, costringeva i poveri orfani a lavorare come schiavi nella piantagione di barbabietole per soddisfare la sua sinistra avidità di denaro – Niente Barbabietole Niente Amore – urlava tutto il giorno…

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Lazio: sette professioni del cinema entrano nel repertorio regionale

Nei prossimi giorni sul Repertorio regionale dei profili professionali e formativi saranno inclusi i sette profili innovativi del cinema – scenografo, aiuto regista, montatore, costumista, autore della fotografia, tecnico di ripresa e del suono – che hanno ricevuto il via libera dalla Giunta regionale durante la sua ultima seduta, dopo l’approvazione delle parti sociali. Questa è un’indicazione importante sia per chi si rivolge alla formazione, sia per le agenzie formative, che dovranno adeguare i corsi e gli standard alle conoscenze ed alle competenze inserite nel Repertorio stesso, per poter acquisire una qualifica professionale spendibile. “Questa iniziativa – ha detto l’Assessore all’Istruzione, Silvia Costa – si colloca nell’ambito di una forte azione strategica dell’Assessorato e della Giunta, concordata con l’Assessore alla Cultura, Giulia Rodano, di qualificare figure e profili del comparto cinematografico, audiovisivo e dello spettacolo dal vivo, in collaborazione stretta con le categorie del settore. In questo quadro si inserisce l’attivazione del Tavolo, avviato prima della pausa estiva, con le istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica (Afam). Vogliamo, infatti, investire nelle professionalità di un settore strategico per Roma e per il Lazio, ma anche nell’ampliamento delle opportunità di occupazione e di sviluppo dell’imprenditoria nel settore.”

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Un gioco da ragazze: un inquietante lato oscuro dei giovani d’ oggi

Il 7 Novembre Rai Cinema e Colorado Film presentano Un gioco da ragazze, un film diretto da Matteo Rovere con Chiara Chiti, Nadir Caselli, Desireé Noferini e Filippo Nigro.

Elena (Chiara Chiti), Michela (Desirèe Noferini), Alice (Nadir Caselli) e Livia (Chiara Paoli), diciassette anni: belle, ricche e senza problemi.
Nate e cresciute in seno all’alta borghesia di una ricca città di provincia italiana, sono le figlie delle quattro famiglie maggiormente in vista.
Estremamente fashion addicted, fissate con la dieta e con l’aspetto fisico, spendono le loro giornate tra shopping di lusso, ragazzi, feste in locali esclusivi e scuola.
Ma tutto per loro è già vecchio e noioso: genitori, istituzioni, amici, nulla sembra avere un reale significato, e vivono ogni cosa in modo superficiale, senza pensare alle possibili conseguenze dei loro comportamenti.
Abituate a ottenere tutto e subito, si spingono a chiedere sempre di più.
Elena incarna la leader del gruppo: magnetica, intelligente, sicura. Per lei l’amicizia rappresenta unicamente uno strumento di potere con cui esercitare controllo sulle altre.
Ma un giorno Mario Landi (Filippo Nigro), il nuovo professore, entra nella vita della ragazza, cercando di cambiare qualcosa, e inconsapevolmente ne diventa un gioco…

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Fratelli di sangue. Il cinema di Joel & Ethan Coen

Un Giano bifronte, come sostiene Ronald Bergan, biografo (grosso modo) ufficiale. Lo Yin e lo Yang di un unico essere, secondo Sam Raimi, regista, amico e (talvolta) collaboratore. Un io riflesso attraverso una lente che rifranga e moltiplichi, usando le parole di Ernst Theodor Hoffmann, che sarebbero appropriate, se solo questi avesse incrociato la sua epoca con la loro. I Coen. Joel ed Ethan, regista e sceneggiatore: rispettivamente, ma non rigorosamente. Autori, entrambi. Allo stesso titolo, circoscrivendo i ruoli soltanto per definire un ambito realizzativo che li vede controllare e gestire l’intero processo produttivo. Insieme: coregisti e cosceneggiatori. Inseparabili, come i gemelli Mantle di Cronenberg. Compatibili al punto tale che durante le interviste uno completa il discorso lasciato a metà dall’altro, lasciandolo invece incompiuto e guardandosi intorno smarrito se l’altro non c’è. Interscambiabili, come se fossero una coppia di personaggi shakespeariani perennemente in scena, dei Rosencrantz e Guildenstern riletti dalla effervescente penna di Tom Stoppard. Uno smisurato amore per il cinema americano e per le forme di narrazione tradizionali, unito ad un sapido e ben riconoscibile gusto per la trovata paradossale, imprevedibile e straniante, è il cordone ombelicale che li unisce e li sovrappone, uno in funzione dell’altro.

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Premio Al Pacino al festival del cinema di Roma

Al Pacino riceverà il Marc’Aurelio d’oro come tributo alla sua straordinaria carriera, incarnazione vivente dell’Actors’ Studio, la più grande scuola di recitazione del mondo che qui al Festival è sempre stata di casa. In completo grigio, piuttosto elegante, non alto col suo metro e settanta, con quei 68 anni portati molto bene, con un Premio Oscar per Profumo di donna e un sacco di candidature, sette in tutto, si lascia andare all’aneddoto e allo scherzo, mentre sul palco lo spalleggiano Antonio Monda e Mario Sesti. Questa sera passerà sul tappeto rosso del Festival, che proietterà il suo secondo film da regista, Chinese Coffee, girato nel 2000 ma ancora inedito in Italia.

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