Doomsday – Il giorno del giudizio

Esce oggi 29 agosto il thriller Doomsday – il giorno del giudizio.

A pochi giorni dalla scoperta del virus ‘Reaper’, milioni di persone risultato infette in Scozia, luogo da dove è partita l’epidemia mortale. Il Governo non ha scelta proclama la nazione ‘zona calda’ mettendo la popolazione in quarantena con la vaga speranza di limitare il contagio. Isolata dal resto del mondo, quella che una volta era la Scozia, diventa una terra di nessuno dimenticata da tutti, dove l’epidemia è libera di diffondersi e di uccidere milioni di persone imprigionate nelle loro stessa terra.

Venticinque anni dopo, quando una nuova epidemia dello stesso virus scoppia nel centro della sovrappopolata Londra, appare chiaro a tutti che i piani del Governo, che erano sembrati perfetti, sono andati completamente all’aria… Un giovane maggiore, Eden Sinclair (che anni prima era riuscita a mettersi in salvo grazie alla madre), viene inviata in Scozia con una squadra perchè, nonostante il virus letale, ci sono dei sopravvissuti. Il suo compito è trovare il vaccino e portarlo a Londra prima che sia troppo tardi.

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Un’estate al mare: successone al Box Office!

Estate? Bene, tutti al mare. Ancora non potete? No problem, una soluzione c’è.
Basta sintonizzarsi sulla frequenza giusta. Quella di due autori/fratelli che hanno fatto (e che stanno facendo) la storia della nostra mitica commedia all’italiana.
E quella di Medusa che invece di chiudere baracca e burattini come le altre case di distribuzione cinematografica, ha deciso di scommettere. Su cosa? Semplice, sugli italiani e sul buon cinema. E sull’idea che il mese di luglio non significa necessariamente saracinesche abbassate e cinema chiusi. Anzi. Quale mese migliore per godersi il fresco della sala e la rilassatezza delle vacanze finalmente vicine? Nessuno, chiaro come il sole.

Ebbene, stiamo per parlare di una piccola, grande rivoluzione, di una scommessa coraggiosa e lungimirante che sta per cambiare le sorti del nostro cinema estivo.

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Racconti da Stoccolma: violenze nel silenzio

Vieri Razzini presenta “Racconti da Stoccolma” vincitore a Berlino del Premio Amnesty International. Un film di Anders Nilsson distribuito da Teodora Film www.teodorafilm.com
nelle nostre sale dal 30 aprile 2008.

«Quando io e il mio produttore e co-sceneggiatore Joakim Hansson ci siamo seduti a parlare del nostro prossimo film – spiega il regista Anders Nilsson – abbiamo capito da subito di essere in completa sintonia. Entrambi, infatti, abbiamo ragionato sul fatto che le cose che fanno più paura non sono le guerre o le malattie, tanto meno l’avere a che fare con dei serial killer o dei mostri. Quello che più spaventa la gente è una minaccia che proviene dalla propria famiglia, dai propri genitori, dalle persone amate; da coloro, insomma, da cui ti aspetteresti al contrario un sostegno fondamentale».

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“Sopravvivere coi lupi” ci aspetta al cinema

In programmazione nelle nostre sale c’è il film drammatico francese: “Sopravvivere coi lupi” prodotto, scritto e diretto da Véra Belmont.
Maggio 1940, i Tedeschi invadono il Belgio. Misha ha sei anni ed è ebrea. Un anno dopo, i suoi genitori vengono arrestati e deportati ma riescono a salvare la bambina, nascondendola presso una famiglia di cattolici. Pur evitando la deportazione, la famiglia adottiva fa patire a Misha ogni sorta di privazioni e di umiliazioni. Così la piccola decide di fuggire alla ricerca dei suoi genitori. Germania, Polonia, Ucraina, da un villaggio all’altro, rubando e nascondendosi, Misha riesce a sopravvivere e a percorrere più di tremila chilometri a piedi.

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Eduardo Tartaglia: un film napoletano che sa parlare al mondo

“Ci sta un francese, un inglese e un napoletano”: è scoppiato il caso cinematografico dell’anno

“Volevo fare un film su Napoli. Senza napoletanismi”…
Parole chiare, segno di una volontà precisa: chiudere i conti con la Napoli da cartolina. E provare ad affrontare la sfida di questo complicatissimo terzo millennio. Giocarsela di fino, con intelligenza, lasciando a casa sicurezze e punti d’appoggio.
Ecco a voi Eduardo Tartaglia, considerato da molti il legittimo erede della filosofia di teatro e vita del grande Eduardo.
In teatro non lo ferma nessuno. File al botteghino, successi ininterrotti che durano da anni, consensi a più non posso.
Il passo al grande schermo è stato breve e spiazzante. Perché il suo “Ci sta un francese, un inglese e un napoletano” non è teatro filmato, ma puro cinema. Capace di giocare con i codici più conosciuti della napoletanità, travolgendoli con un linguaggio preciso, coerente, teso a varcare i confini regionali e e trasformarsi in iperbole visiva e scritta a dire poco contagiosa.

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