Monica Bellucci: recitare è un gioco

 

Le perle di saggezza di Monica Bellucci non tardano a farsi risentire: bella e intelligente sa esattamente cosa vuole ed è padrona del mondo e di se stessa non soltanto grazie al suo aspetto estremamente avvenente. Confida che recitare è un gioco ma come tale può dare e portare via tanto, causando agli attori anche problemi di solitudine. Splendida come sempre alla57esima edizione del “Taormina Film Fest” conferma di non sentirsi assolutamente una star. Intervistata da Premium Cinema conferma: “Come diceva Oscar Wilde, la bellezza è un’arma a doppio taglio. Può durare molto poco, anche soli 5 minuti se non c’è sostanza”.

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Festival del Cinema di Roma: Al Pacino, le mostre, i primi film si comincia

Una grande festa aperta a tutti, dal titolo “Be Brazilian”, inaugura il 22 ottobre la terza edizione del Festival romano del Cinema. La kermesse si svolge a piazza Navona a partire dalle 21,30 e vede la partecipazione di oltre quaranta artisti, musicisti e danzatori. Lo spettacolo s’ispira alle tradizioni degli “afro-blocos” (le batterie di percussioni del “carnaval” di Bahia), con la colonna sonora a base di samba. La regia è di Arto Lindsay, compositore geniale ed eclettico; le scenografie sono di Ernesto Neto, tra i massimi artisti contemporanei. Un inedito carnevale d’autunno, con la partecipazione di Gal Costa e due bande in marcia (Ilê Aiyê e Spok Frevo Orchestra). Prima, alle 20, un sostanzioso antipasto con Al Pacino: l’attore ritira il Marco Aurelio d’Oro alla carriera, attribuito quest’anno all’Actors Studio, di cui Pacino è uno dei presidenti. La sera stessa Al Pacino incontra il pubblico e presenta “Chinese coffee”, il film inedito di cui è regista e protagonista. L’altro Marco Aurelio alla carriera andrà a Gina Lollobrigida per gli oltre sessant’anni di attività sui set.

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L’uomo che ama, Carmen che canta

Non più figlia d’arte, come spesso si usa dire di chi è nel posto giusto per il motivo sbagliato, Maria Sole Tognazzi ci presenta una storia di amore adulto per adulti, per chi non si nasconde più sull’isola che non c’è ma vive in prima persona soprattutto l’abbandono, perché alla gioia ci sappiamo abituare tutti. E’ L’uomo che ama in uscita il 24 ottobre in tutte le sale italiane.
Roberto (Pierfrancesco Favino) è un uomo non ancora quarantenne che vive due storie d’amore diverse, in due momenti differenti nel tempo. Con Sara (Ksenia Rappoport, l’intensa protagonista de La sconosciuta di Tornatore), vicedirettrice di un albergo del centro, e con Alba (Monica Bellucci), che si occupa di allestimenti in una galleria d’arte contemporanea. Il gioco dell’amore lo porta a ricoprire nelle due storie ruoli opposti, a sperimentare sia la dolcezza sia la crudeltà dell’amore, e sopra ogni altra cosa la forza prepotente di un sentimento a cui nessuno riesce a resistere. Ma come si fa a gestire una storia d’amore, tormentata o naturale che sia, dove risiede la verità sull’amore.

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Festival del Film di Roma: due film italiani in apertura e chiusura

Due film italiani, in prima mondiale, apriranno e concluderanno il Festival Internazionale del Film di Roma, in programma dal 22 al 31 ottobre.

Quello inaugurale sarà L’uomo che ama di Maria Sole Tognazzi con Monica Bellucci, Pierfrancesco Favino, Ksenia Rappoport e Piera Degli Esposti. Lo stesso giorno verrà proiettato, d’intesa con l’ONU, il film internazionale contro la povertà nel mondo, Huit/ Eight, diretto da otto registi di fama, Jane Campion, Gael García Bernal, Jan Kounen, Mira Nair, Gaspar Noé, Abderrahmane Sissako, Gus Van Sant e Wim Wenders.

Il film di chiusura, subito dopo la premiazione, sarà L’ ultimo Pulcinella, con Massimo Ranieri, che Maurizio Scaparro ha tratto da un suo celebre testo teatrale ispirato a un’idea di Roberto Rossellini.

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Sangue pazzo: la storia di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida

Angelo Barbagallo presenta un film di Marco Tullio Giordana Sangue pazzo, con Monica Bellucci, Luca Zingaretti e Alessio Boni.
Sangue pazzo parla di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, i cui cadaveri vennero trovati all’alba del 30 aprile 1945, cinque giorni dopo la Liberazione, giustiziati poche ore prima dai partigiani.
Coppia celebre nella vita oltre che sullo schermo, Valenti e Ferida erano stati due divi di quel cinema dei “telefoni bianchi” che il fascismo aveva incoraggiato, incarnando quasi sempre personaggi ribaldi e negativi. Anche la loro vita privata era dominata dal disordine; entrambi cocainomani e, si diceva, sessualmente promiscui.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, quando il paese si spaccò in due e i tedeschi da alleati si trasformarono in esercito d’occupazione, Valenti e Ferida risalirono al Nord e aderirono alla Repubblica di Salò, ultima incarnazione della follia mussoliniana. Si stabilirono prima a Venezia, dove girarono fortunosamente qualche film, poi a Milano dove – arruolati in una banda di torturatori – si dettero alla borsa nera.
Perlomeno queste erano le voci.

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Incontro idilliaco tra Monica Bellucci e Pierfrancesco Favino

Monica Bellucci descrive così il suo primo incontro con Pierfrancesco Favino, avvenuto a Torino, sul set di “L’uomo che ama”, il film che Maria Sole Tognazzi ha cucito (scrivendolo insieme a Ivan Cotroneo) addosso all’attore romano, che lei chiama affettuosamente “Picchio”: «La sera prima ci siamo detti: “Ciao, piacere”; la mattina dopo eravamo a letto» – «Ci conosciamo da dieci anni, lui è molto amico di mio fratello Gianmarco», racconta la regista. «Mi sembrava perfetto come protagonista, ha la fisicità necessaria per rendere credibile il personaggio di un uomo che soffre per amore.
Mi piaceva mostrarne la fragilità e la complessità. Dopo aver scelto lui, ho subito pensato a Monica.
L’ho chiamata: “So che sei impegnata fino al 2025, ma ti mando il trattamento, leggilo”».

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